Stagione di luci e ombre per le castagne in Garfagnana. Finalmente la lotta all’insetto che aveva preso di mira le piante sta dando i suoi frutti, e il primo dicembre uscirà dalle produzioni la Farina di Neccio della Garfagnana DOP. Le quantità saranno però di poco inferiori al 2015, mala causa del calo non è legata al cinipide galleno, ma alla siccità e all’invasione dei cinghiali. «Stingiamo un calo tra il 10 e il 20%, ma la stagione va considerata positiva – spiega Cristiano Genovali, presidente Coldiretti – la lotta al cinipide inizia a dare i primi buoni frutti e dopo 4 anni orribili i primi segnali sono molto incoraggian ti. Sono invece gli ungulati ad arrecare danno alla produzione, messa a dura prova anche dalla mancanza di acqua. Vanificano gli sforzi degli agricoltori che con fatica stanno cercando di recuperare i castagni e i nostri boschi. La presenza di galle prodotte dal cinipide sulle piante è bassa, e la produzione è discreta, di ottima pezzatura e assenza di bacato e rnarciume, anche se risente dell’andamento climatico sfavorevole: piogge nel momento della fioritura e siccità estiva».
A livello nazionale, invece, la produzione si è ridotta anche del 90% in alcune zone e qui compare un altro rischio concreto: la presenza di castagne straniere nei piatti dei corisumatori, e anche di farine miscelate con diverse tipologie di castagne spacciate come italiane (e magari provenienti da Spagna, Portogallo o Albania). Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.
Fonte: Il Tirreno