Secondo il rapporto Ismea-Qualivita la produzione certificata agroalimentare e vinicola nel 2018 mette a segno un +6% rispetto all’anno precedente arrivando a 16,2 miliardi. Si conferma un trend di crescita ininterrotto che dura da dieci anni e che solo nel 2018 ha fatto registrare un aumento di un miliardo del valore del paniere proposto dai 285 Consorzi di tutela riconosciuti, per oltre 800 Indicazioni Geografiche. Secondo la ricerca la #DopEconomy che arriva a fornire un contributo del 20% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, crescita trainata dalle performance del comparto vino (+7,9%), ma ottima è anche la tendenza dell’agroalimentare (+3,8%).
Un lavoro che ha permesso all’export di scavalcare la soglia dei 9 miliardi di euro (+2,5%), grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori. Secondo il rapporto nel 2018 a livello mondiale un prodotto su quattro è italiano. Un primato che però rischia di essere messo in discussione da allarmismi ingiustificati. Mauro Rosati, il direttore di Qualivita, si dice convinto che in tutti «questi anni i Consorzi di tutela hanno fatto un grande lavoro a livello nazionale e internazionale per spiegare ai consumatori la qualità e la sicurezza delle produzioni italiane certificate e ad oggi non ci risultano esiti negativi sui mercati esteri». I problemi, però, potrebbero arrivare dal calo dei consumi internazionali e da campagne aggressive e strumentali dei competitor ecco perché «serve una strategia nazionale per salvaguardare un settore che ha già ottime caratteristiche di sicurezza e qualità 100% edibili».
Fonte: lastampa.it