“Si afferma in Italia la #DopEconomy che conta 200.000 imprese, 822 denominazioni e oltre 15,2 miliardi di valore alla produzione”: Mauro Rosati, Direttore generale Fondazione Qualivita commenta i risultati del Rapporto 2018, realizzato in collaborazione con Ismea e presentato oggi, 14 dicembre, a Roma. Spiega Rosati:”Si tratta di una realtà che oltre ad essere un driver dello sviluppo dei distretti italiani riesce anche a diffondere la cultura della qualità ed un immagine positiva del Paese come dimostrano i 64 milioni di utenti globali ingaggiati in un anno nelle conversazioni online legate alle DOP IGP italiane.
Nonostante questi dati positivi dobbiamo guardare subito al futuro perché nei mercati globali – dove ormai trovano il loro maggiore valore economico i prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP italiani – gli scenari cambiano sempre più rapidamente. Le sfide da cogliere sono molte: la riorganizzazione della governance del sistema delle Indicazioni Geografiche partendo dall’Europa, una produzione con più rispetto verso l’ambiente, il rischio dazi e la costruzione di una nuova politica nazionale sulla qualità su cui rafforzare le basi dei distretti agroalimentari.”
Il primato mondiale per l’Italia conta 822 prodotti DOP, IGP, STG registrate a livello europeo su 3.036 totali nel mondo (dati al 05/12/2018): nel 2018 sono stati registrati in Italia la Pitina IGP (Friuli-Venezia Giulia), il Marrone di Serino IGP (Campania), la Lucanica di Picerno IGP (Basilicata) e il Cioccolato di Modica IGP (Sicilia), primo cioccolato a Indicazione Geografica al mondo.
Il comparto delle IG italiane esprime i risultati più alti di sempre anche sui valori produttivi e per la prima volta supera i 15,2 miliardi di euro di valore alla produzione per un contributo del 18% al valore economico complessivo del settore agroalimentare nazionale. Se il settore agroalimentare italiano ha visto crescere il proprio valore del +2,1%, il settore delle DOP IGP ha ottenuto un risultato migliore pari al +2,6%. Continua a crescere l’export delle IG made in Italy che raggiunge gli 8,8 miliardi di euro (+4,7%) pari al 21% dell’export agroalimentare italiano. Bene anche i consumi interni nella GDO che continuano a mostrare trend positivi con una crescita del +6,9% per le vendite Food a peso fisso e del +4,9% per il Vino.
Il settore Food sfiora i 7 miliardi di valore alla produzione e 3,5 miliardi all’export per una crescita del +3,5%, mentre raggiunge i 14,7 miliardi al consumo con un +6,4% sul 2016. Il comparto Wine vale 8,3 miliardi alla produzione (+2%) e 5,3 miliardi all’export (su un totale di circa 6 miliardi del settore).
Talmente importante la tutela delle produzioni e i consorzi che si preoccupano di salvaguardare il patrimonio territoriale che l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche AICIG – guidata dal presidente Cesare Baldrighi, che fino ad oggi li ha rappresentati a livello nazionale e sovranazionale – cambia volto e e lo fa per dar vita ad una nuova aggregazione, che avrà come punti saldi il coinvolgimento tra i soci non più solo singole realtà consortili ma anche Associazioni dei Consorzi relativi a segmenti di prodotti a denominazione specifici. Su questi presupposti si sviluppa il progetto Origin Italia, che nasce per allinearsi ancora di più alla prospettiva internazionale e per essere in rete con le Indicazioni Geografiche sotto lo stesso ombrello OriGIn Europa.
Il Sistema delle DOP IGP in Italia coinvolge 197.347 operatori e garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che conta 275 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaft e oltre 10mila interventi effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
Fonte: www.repubblica.it