BRUNELLO, ma non solo: DOP e IGP sono il fiore all’occhiello del nostro Paese. Produzioni conosciute dentro e fuori i nostri confini ma che necessitano di una tutela costante. All’indomani della presentazione del Rapporto annuale Ismea-Qualivita il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani commenta: “Dobbiamo puntare sull’unicità del prodotto italiano, il nostro è un potenziale difficilmente replicabile”.
Frodi e contraffazioni: qualisono i punti deboli dei nostri prodotti?
«Molto è state fatto sia ex officio sia con accordi con le principali piattaforme online, per togliere dalla vendita i prodotti che usano impropriamente i nomi italiani. Abbiamo ottenuto risultati in1portanti, ma dobbiamo puntare sulle etichette : occorre rendere l’etichetta più leggibile per rendere il consumatore più consapevole dice cosa acquista. Inoltre bisogna migliorare la presenza di piattafore di distribuzione: il Made in Italy ha pochi sbocchi in Asia. Occorre migliorare questa capacità, dato che Paesi come la Cina si anno diventando grandi importatori di prodotti agroalimentari italiani».
La tutela dei nostri marchi è adeguata?
Il sistema di tutela che ha adottato l’Italia è all’avanguardia a livello mondiale, tant’è che vengono da altri Paesi per imparare come facciamo i controlli di qualità. Piuttosto, dobbiamo lavorare su una comunicazione di sistema: ad ora c’è troppa frammentazione tra le diverse realtà. Occorre valorizzare il Made in Italy nel suo complesso, le molteplici diversità esistenti in campo agroalimentare»
II lavoro di Istituzioni come Qualivita è sufficiente perla tutela delle DOP e IGP italiane?
«La fondazione sta facendo un grande lavoro, e il report di quest’anno è un’occasione diriflessione sulla crescita dei marchi e l’andamento del mercati. Inoltre, testimonia che la scelta di puntare sulla qualità agroalimentare è una scelta che dà i suoi risultati, sta crescendo la consapevolezza tra i consumatori. Non possiamo competere sulle quantità, ma la qualita è il nostro vero motore».