Formaggi produzione da 4,5 Mld, Salumi oltre 600 Mln di export
[Comunicato Stampa 03]
Aceti protagonisti dell’export, prosegue il boom della pasta IGP. DOP IGP: Formaggi produzione da 4,5 mld €, salumi oltre 600 mld € all’export. Crescono gli oli IGP regionali, nell’ortofrutta bene agrumi e pomodori.
Formaggi: crescita a doppia cifra per valore alla produzione, l’export supera 2 miliardi
Bene il comparto dei formaggi DOP IGP, il più rilevante in termini economici con 4,5 miliardi di euro alla produzione (+10%) e 7,5 miliardi di euro al consumo (+5%), a fronte di una produzione complessiva tendenzialmente stabile a 549mila tonnellate (+1%). L’export vola al +13% e supera per la prima volta i 2 miliardi di euro. In Emilia-Romagna e Lombardia si concentrano oltre i due terzi del valore della categoria, rispettivamente con 1,6 miliardi di euro e 1,5 miliardi di euro di valore alla produzione, mentre al terzo posto si trova la Campania con 406 milioni di euro e un contributo del 9% nel settore dei formaggi DOP IGP. Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Gorgonzola DOP e Pecorino Romano DOP che complessivamente valgono 4,1 miliardi di euro.
Prodotti a base di carne: valore produzione in calo, record per consumo ed export
I prodotti a base di carne si attestano su un valore alla produzione di 1,9 miliardi di euro nel 2019, in calo del -4,7% rispetto all’anno precedente, anche se al consumo si sfiora la quota di 5 miliardi di euro con un +3,5%. Crescita anche per l’export che con il +5,6% su base annua supera per la prima volta i 600 milioni di euro.
In Emilia-Romagna si concentra oltre la metà del valore dell’intera categoria con oltre 1 miliardo di euro generato, mentre seguono Friuli-Venezia Giulia e Lombardia con 315 milioni di euro e 305 milioni di euro. Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Speck Alto Adige IGP che complessivamente valgono 1,7 miliardi di euro.
Aceti balsamici: 96 milioni di litri e un export che vale il 23% dell’agroalimentare DOP IGP
Riprende a crescere il comparto degli aceti balsamici DOP IGP, il terzo per valore nel settore Cibo a Indicazione Geografica con 389 milioni di euro alla produzione e 982 milioni di euro al consumo, entrambi al +5,6% sull’anno precedente. Il 92% della produzione di aceto balsamico è destinata all’export, che con un valore di 891 milioni di euro rappresenta quasi un quarto del totale delle esporta- zioni dell’agroalimentare italiano DOP IGP.
Il comparto è territorialmente limitato alle province di Modena e Reggio nell’Emilia ed è guidato dall’Aceto Balsamico di Modena IGP cui seguono le due denominazioni di origine protetta Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP.
Ortofrutticoli: valore al consumo vicino ai 900 milioni di euro
Gli ortofrutticoli DOP IGP registrano un valore di 318 milioni di euro alla produzione (+2,1%) e di 894 milioni di euro al consumo (+27%). Le variazioni dei dati sono fortemente condizionate dal settore melicolo dell’arco alpino (fra problemi climatici del 2018 e ripresa dei prezzi al consumo nel 2019), comparto che ha un peso rilevante nel variegato paniere delle produzioni ortofrutticole certificate.
Anche la flessione dell’export a 134 milioni di euro nel 2019 (-40%) risente per perlopiù delle dinamiche competitive europee all’interno del comparto. Fra le altre IG della categoria bene il valore alla produzione DOP IGP di agrumi (+34%), pomodori (+28%), cereali e legumi (+14%), ortaggi (+7%). In Trentino-Alto Adige generati circa 140 milioni di euro alla produzione, seguono Sicilia e Piemonte con 43 milioni di euro e 33 milioni di euro: le tre regioni rappresentano circa il 68% del valore economico della categoria degli ortofrutticoli DOP IGP.
Oli di oliva: produzione in calo, crescono le IGP regionali
Il 2019 è stato un anno con meno prodotto certificato con 11mila tonnellate (-11%), a causa di una disponibilità complessiva 2018 particolarmente scarsa. Il valore alla produzione è di 82 milioni di euro (-4,6%) e di 134 milioni di euro al consumo (-7,4%). L’export riguarda il 39% della produzione certificata e raggiunge 56 milioni di euro (-11%). In Toscana, Puglia e Sicilia si concentrano quasi i tre quarti del valore totale degli oli certificati, con un valore rispettivamente di 25 milioni di euro, 20 milioni di euro e 16 milioni di euro. Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Toscano IGP, Terra di Bari DOP, Val di Mazara DOP, Riviera Ligure DOP, Sicilia IGP che valgono 59 milioni di euro. Nello scenario nazionale crescono le IGP regionali, con un incremento produttivo di quelle esistenti e l’introduzione di nuove registrazioni (Olio di Puglia IGP nel 2019 e Olio Lucano IGP nel 2020).
Carni fresche: conferma i dati la categoria che punta ai 100 milioni di valore
Con 14mila tonnellate di produzione certificata (+1,4%), 92 milioni di euro alla produzione (+0,9%) e 196 milioni di euro al consumo (+0,8%), la categoria conferma i risultati dell’anno precedente, con la mancata rivalutazione dei prezzi unitari che ha interessato tutte le carni nel 2019 e non ha risparmiato le DOP IGP. L’export riguarda il 10% della produzione per un valore di 10 milioni di euro (-2,9%).
In Sardegna e Toscana si concentra oltre la metà del valore totale della categoria con 29 milioni di euro e 18 milioni di euro rispettivamente. In ordine di valore generato nella categoria si trovano Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Agnello di Sardegna IGP, Abbacchio Romano IGP, Agnello del Centro Italia IGP e Cinta Senese DOP.
Altre categorie: vola la pasta IGP, bene anche pasticceria e panetteria
I prodotti appartenenti alle altre categorie rappresentano un paniere da 336 milioni di euro alla produzione (+27%) e 567 milioni di euro al consumo (+29%), numeri trainati in particolare dalla grande crescita della pasta IGP degli ultimi anni e dai buoni risultati ottenuti da molti prodotti DOP IGP della pasticceria e panetteria.
Fonte: Fondazione Qualivita