Già da tempo fuori della nicchia, il settore dei prodotti alimentari (e dei vini) a denominazione d’origine è un segmento strategico dell’alimentare italiano. Ci sono voluti 25 anni (il regolamento istitutivo delle DOP è il 2080 del 1992) ma il settore del Food e Wine certificato è ormai un sistema chiave dell’economia agroalimentare italiana. Un ruolo che emerge con chiarezza tanto dai dati assoluti sul peso del settore quanto dalle performance messe in campo che in molti casi sono migliori di quelle registrate dai prodotti convenzionali. E il quadro che emerge dal XIV Rapporto Ismea Qualivita sui prodotti DOP IGP presentato il 7 febbraio a Roma.
Il valore alla produzione degli 814 marchi registrati made in Italy, nel 2015, è stato di 13,8 miliardi di euro in crescita del +2,6% rispetto all’anno precedente, un valore che rappresenta il 10% circa dell’intero agroalimentare italiano. Più in particolare il settore Food vale, alla produzione, 6,35 miliardi (1,5%) mentre il comparto dei vini sviluppa un giro d’affari all’origine di 7,4 miliardi (5,8%) per una produzione di 2,8 miliardi di bottiglie. Dati ancora più positivi sul fronte export con un giro d’affari di 7,8 miliardi di euro (9,6%). In questo caso la quota di DOP IGP sull’intero export agroalimentare tocca il 21%. «Nella grande distribuzione – ha spiegato il direttore di Ismea, Raffaele Borriello – le vendite 2015 di alimentari e vini DOP sono aumentate del +5,1% contro il +1,9% dei prodotti convenzionali, meglio ancora è andata per l’export con il Food a Indicazione Geografica aumentato del +16,9% contro il +7,5% dei prodotti generici mentre i vini DOP hanno registrato un +7,4% contro il calo del -12,4% dei vini comuni».
«Le nuove sfide – ha aggiunto il direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati – sono ora quella di stringere accordi con i grandi player della ristorazione organizzata come catene internazionali della pizza o del Food in genere e Coffee Store che già conoscono i nostri prodotti e possono garantirci ulteriori margini di crescita all’estero». Un settore in salute ma che non deve abbassare la guardia. Innanzitutto nei confronti dei falsi e delle contraffazioni. «Con 814 marchi registrati deteniamo la leadership europea – ha aggiunto il responsabile dell’Ispettorato controllo qualità, Stefano Vaccari – ma anche quello dei controlli. Nel 2015 abbiamo effettuato oltre 9mila verifiche su oltre 14mila prodotti controllati arrivando a sequestrare prodotti per 5,4 milioni di euro. Ai quali si aggiungono 1.500 controlli sul web sulle principali piattaforme da Ebay ad Alibaba». «Per il futuro – ha concluso il capo dipartimento della Qualità del ministero per le Politiche agricole, Luca Bianchi – dobbiamo riuscire a mettere in campo una vera e propria politica industriale per il settore che punti a rafforzare la tutela nella grande distribuzione e sulla logistica per favorire le vendite all’estero. Per questo da aprile partiremo con una grande campagna tv e di affissioni sulla promozione DOP».
Fonte: Agrisole