Dopo il Canelli DOP, Bruxelles si pronuncia a favore del tipico dolce sardo. Entro il 2023 le Indicazioni Protette genereranno un fatturato di oltre 20 miliardi di euro.
L’Italia aggiunge un nuovo prodotto alla già lunga e variegata lista delle specialità cui è stata riconosciuta la denominazione IGP. L’ultima arrivata è la Sebadas di Sardegna IGP (o Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas), il tipico dolce dell’isola, dalla forma tondeggiante, ripieno di formaggio pecorino, caprino e formaggio vaccino o cagliata vaccina con l’aggiunta di scorza di limone e/o d’arancia grattugiata e una spruzzata di zucchero. Il tutto rigorosamente fritto e quindi cosparso di miele o zucchero e servito caldo.
Una buona notizia, dunque, per il nostro Paese che si aggiunge a un’altra recente affermazione in sede europea del nostro patrimonio enogastronomico: a fine giugno è infatti stata ufficialmente riconosciuta da Bruxelles la denominazione Canelli DOP, grazie alla quale l’Italia ha raggiunto un obiettivo importante: 527 IG nel Vino, di cui 409 DOP e 118 IGP.
Le due new entry rafforzano, dunque, il comparto italiano delle Indicazioni Geografiche Protette. Un fiore all’occhiello del nostro Made in Italy che, secondo gli analisti, ha le carte in regola per regalare ottime soddisfazioni in termini di business: stando, infatti, alle previsioni indicate durante Italia Next DOP, il primo simposio scientifico delle filiere DOP e IGP, organizzato dalla Fondazione Qualivita insieme a Origin Italia, Csqa, Agroqualità e Ipzs, entro la fine del 2023 la DOP economy varrà oltre 20 miliardi di euro.
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Fonte: IlSussidiario.net