Nel 2023 il settore ha raggiunto 20,2 miliardi di valore alla produzione, contribuendo per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Il comparto del cibo cresce del 3,5% mentre il vino in bottiglia frena. L’analisi del XXII Rapporto Ismea-Qualivita.
La Dop economy è un pilastro fondamentale del sistema agroalimentare italiano. Un valore aggiunto dell’economia del Paese, a testimonianza della forza delle nostre filiere e della qualità che il made in Italy rappresenta nel mondo. Oltre a contribuire in modo rilevante allo sviluppo economico italiano, la Dop economy garantisce una crescita occupazionale e rafforza l’identità culturale. Lo dimostrano chiaramente i numeri del XXII Rapporto Ismea Qualivita 2024 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP e STG presentato a Roma lo scorso dicembre alla presenza del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
I valori della Dop economy italiana
Nel 2023 il settore ha raggiunto 20,2 miliardi di euro di valore alla produzione, con una crescita annua del +0,2%e un incremento del +52% negli ultimi 10 anni, e oggi contribuisce per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.
Nello specifico, il comparto del cibo (che conta 328 prodotti DOP, IGP e STG) ha raggiunto 9,17 miliardi di valore alla produzione – segnando un +3,5% – e 17,97 miliardi di euro al consumo.- con una crescita su base annua del +3,6% -. Le categorie che apportano un valore economico maggiore sono i formaggi con 5.527 mln di euro e i prodotti a base di carne con 2.276 mln di euro. A seguire, l’ortofrutta e i cereali (379 milioni), gli aceti balsamici (358 milioni), le paste alimentari (274 milioni), gli oli di oliva (115 milioni), la panetteria e pasticceria (115 milioni) e le carni fresche (114 milioni).
Il comparto del vino (con 528 prodotti vitivinicoli DOP e IGP) ha registrato invece una battuta d’arresto.
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Fonte: Salumi&Consumi