Italia Oggi intervista Mauro Rosati, direttore generale di Qualivita, sui dati del Rapporto Ismea – Qualivita 2021 presentato a Roma il 14 febbraio 2022
“La filiera corta dell’agroalimentare italiano, delle DOP e delle IGP ha retto anche durante la pandemia, mentre quelle lunghe sono saltate. Questa è una certezza”. Lo ha sottolineato Mauro Rosati, direttore generale di Qualivita, al termine della presentazione del Rapporto Ismea – Qualivita sul settore italiano dei prodotti DOP e IGP.
Settore che nel 2020 ha raggiunto i 16,6 miliardi di euro di valore alla produzione (-2,0%), pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano, e un export da 9,5 miliardi di euro (-0,1%) pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore.
“La tenuta della Dop economy è il segnale di come le filiere corte dei prodotti a denominazione possano avere più spazio e più valore. Sono il modello funzionale ed economico dei sistemi alimentari del futuro”, continua Rosati. “È in atto un cambio di passo di questo sistema, che attraverso i consorzi di tutela ha iniziato la rifles- sione sui temi legati alla strategia europea Farm to Fork , tanto che il 54% dei consorzi ha avviato progetti legati alla sostenibilità in generale”.
Dai dati del rapporto, un euro su cinque dell’agroalimentare italiano arriva da prodotti DOP IGP, con il comparto agroalimentare che vale 7,3 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge da solo 9,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda le esportazioni, il cibo con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore dell’1,6%, mentre il vino con 5,57 miliardi di euro mostra un calo dell’1,3%.
Fonte: Italia Oggi