DOP IGP, i prodotti certificati, attirano la generazione Z, la più sensibile alle politiche ambientali e sociali. I Consorzi scelgono la trasparenza e studiano campagne di comunicazione ad hoc.
Uno studio condotto da AstraRicerche per McDonald’s evidenzia che 7 giovani su 10 prestano attenzione alla sostenibilità della filiera alimentare, anzitutto a quella ambientale (72%), ma poi anche a quella economica e sociale (66%). Pronta a pagare di più (97%) per un prodotto garantito come sostenibile, perché convinta (56%) che sia anche qualitativamente migliore, la generazione Z ha dimestichezza con le certificazioni DOP e IGP (91%) e fiducia nelle stesse (rispettivamente aI 62% e aI 56%).
Forti sono anche le aspettative verso la ristorazione: il 58% dei giovani ritiene che il settore debba educare il consumatore a corretti stili alimentari e il 57% vuole che negli spazi della ristorazione la politica ambientale sia ben esplicitata. Il sentiment dei consumatori più giovani non sfugge ai vari consorzi di tutela di prodotti DOP e IGP. “I gen-Z non manifestano il loro interesse come responsabili acquisti delle famiglie, ma con la loro vocazione a informarsi certamente pesano sulle scelte dei genitori – evidenzia Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano DOP-. A loro abbiamo dedicato buona parte della nostra attività sui social e verifichiamo i ritorni di interesse soprattutto per la filiera produttiva, la sua sostenibilità e la garanzia della genuinità della materia prima e dei controlli. Per i prossimi 4 anni l’ultima assemblea del consorzio ha indicato 3 parole d’ordine: sostenibilità ambientale, benessere animale e salubrità.
“Il consumatore continua Zaghini – già oggi sceglie sempre più un prodotto non solo per la sua qualità intrinseca, ma anche per quella del processo produttivo, che per il Grana Padano DOP significa sostenibilità dall’alimentazione delle bovine, allo scaffale della distribuzione, sino alla tavola. E proprio su questi 2 passaggi stiamo lavorando per ridurre l’impronta ambientale e rendere a impatto zero anche il packaging. Con il progetto internazionale Life Ttgg – The Tough get going (I formaggi duri cominciano a giocare), di cui è capofila il Politecnico di Milano, affrontiamo tutti i temi ambientali legati a filiera e produzione, per mettere a punto procedure che tutto il comparto caseario potrà utilizzare”.
Osservando poi come la richiesta di sostenibilità sia recepita da horeca e Gdo, intermediari tra produzione e consumo, Zaghini afferma: “Alcuni lo stanno facendo, partendo da McDonald’s che ha promosso la ricerca sulla gen-Z con Qualivita e Origin, associazione oggi guidata dal rappresentante del Consorzio Grana Padano e per oltre 20 anni suo presidente Nicola Cesare Baldrighi, sino ai gruppi più importanti della Gdo. Ma su un prodotto come il Grana padano DOP, che ha anche altri canali di vendita, a partire da quella diretta, lo sforzo maggiore dev’essere di produttori e consorzio. Alla Gdo chiediamo che sugli scaffali le produzioni DOP siano ben identificabili e con spazi dedicati, dove sia valorizzato anche il legame con il territorio. Dall’horeca, che prima della pandemia costituiva 1/3 dei pasti consumati dagli italiani, ci attendiamo che nei menù siano indicati con chiarezza gli ingredienti dei piatti. Gli sforzi per la qualità e la sostenibilità sono efficaci e premiati solo se riconoscibili”.
Anche il Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano DOP rileva che “oggi non basta avere un prodotto buono, deve essere buono anche il modo in cui lo si fa” e che “il consumatore è sempre più evoluto e maturo. E curioso: dei cibi che è interessato ad acquistare vuole conoscere la storia, il luogo di origine (che spesso poi va a visitare), le tradizioni che li rendono unici, le professionalità che operano nella filiera. Un brand – riferisce il consorzio tramite il press officer Andrea Robuschi – deve soddisfare questa curiosità e lo può fare ricorrendo a un efficace media mix: dalla carta stampata alla tv, dal sito web ai canali social, fino a Scaglie.it, il nuovo progetto di brand joumalism lanciato dal consorzio a giugno 2020. Nel caso di Parmigiano reggiano non ci limitiamo più a comunicare che è un prodotto di eccellente qualità, ma spieghiamo che è buono anche il modo in cui nasce, attraverso i valori del nostro brand manifesto. Di qui l’idea di integrare la tradizionale comunicazione di prodotto con una comunicazione che potremmo definire di filiera, mettendo in evidenza i valori che animano gli operatori del comparto. Penso alla sostenibilità della produzione del Parmigiano Reggiano DOP, al tema della sicurezza alimentare fino all’utilizzo dei fermenti naturali per produrre il nostro formaggio. Il messaggio che vogliamo dare è che scegliere il Parmigiano Reggiano significa tutelare il territorio in cui la DOP viene prodotta, con il suo microclima, le sue risorse naturali, le bovine, il know-how millenario e tuttora artigianale”. (…)
Per Asiago DOP – sottolinea Flavio Innocenti, direttore del Consorzio di tutela del formaggio Asiago – la sostenibilità rappresenta l’essenza stessa del proprio esistere, dato l`inscindibile legame tra prodotto, territorio d`origine, tecniche di produzione e la storia che ne accompagna l`unicità. Il consorzio persegue da sempre un approccio sostenibile alla produzione di qualità, confermata dalla partecipazione al progetto Life Ttgg. (…)
Anche per Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, “la sfida oggi è intercettare i nuovi consumatori, comprendere i cambiamenti nelle abitudini dei giovani (anche in seguito al Covid) e cercare di assecondarli. Il tutto mantenendo saldi i principi legati alle produzioni a indicazione geografica”. (…)
Per il Consorzio di tutela della Bresaola della Valtellina, la coordinatrice Paola Dolzadelli dichiara: “La sostenibilità è un tema ormai irrinunciabile non solo da parte dei giovani. È infatti all`interno dell`agenda Ue per gli obiettivi 2030. Come consorzio è nostro dovere e interesse portare sul tavolo la discussione di questi temi. L`obiettivo è quello di arrivare a una produzione sempre più rispettosa dell`ambiente, con un packaging sempre più riciclabile e con meno percentuale di plastica, di garantire sempre più una sostenibilità in termini di materia prima, con una certificazione sul benessere animale”. (…)
Fonte: Largo Consumo