L’Emilia Romagna si conferma ai vertici sul fronte cibo. Reggio Emilia, Modena e Parma fanno da traino alla produzione.
La Fondazione Qualivita, che ha come obiettivo la valorizzazione del settore dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP e IGP italiani, ha diffuso i dati del suo ultimo Rapporto realizzato assieme ad Ismea. Dai numeri 2022 si evidenzia come la nostra sia la prima regione per impatto di queste denominazioni sul cibo, con una crescita rispetto al 2020 del 12.2% e un valore complessivo di 3 miliardi e 115 milioni di euro.
«L’Emilia-Romagna è il cuore agroalimentare del Paese: il Rapporto Ismea Qualivita -spiega l’assessore all’Agricoltura regionale Alessio Mammi – mette ancora una volta in evidenza il sistema di filiera organizzato del nostro territorio, che sa produrre cibo straordinario e di qualità, buono e sicuro, che esportiamo intuito il mondo. Di questo vanno ringraziati gli agricoltori, i produttori, le imprese agroalimentari del nostro territorio».
I 3.115 milioni di euro diventano poi 3.601 se sommiamo il cibo al vino, che vale 486 milioni (+3.3% sul 2020), Nel totale complessivo siamo secondi in Italia al solo Veneto. Ma il dato più interessante del Rapporto è quello che mostra come le prime tre province italiane per produzione di cibo DOP e IGP siano tutte nella nostra regione: Parma con 1,37 miliardi di euro (+7,2% in più rispetto al 2020), Modena con 706 milioni di euro (+ 16,9% rispetto allo stesso periodo) e Reggio Emilia con 649 milioni di euro (+ 21,4% rispetto a12020). Per il vino in particolare Modena ha prodotto nel 2021 un valore pari a 115 milioni di euro e 73 milioni la provincia di Reggio Emilia.
Il settore degli aceti balsamici (che conta in regione 3 denominazioni e 645 operatori) ha generato dal canto suo un valore di 407 milioni di euro alla produzione (+10,7%). Gli aceti balsamici registrano un recupero a doppia cifra per la produzione certificata e il valore dopo lo stop nel 2020: la stabilità dei prezzi medi garantisce ottimi risultati, con la categoria che è terza in valore nel settore delle DOP e IGP.
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Fonte: Gazzetta di Modena