Ventiquattro vignaioli e 13 ristoratori si alleano per promuovere il territorio del Dolcetto di Ovada DOP. Il progetto si chiama Ovada Mon Amour: «Perché è la passione che ci spinge a valorizzare l’identità culturale attraverso le eccellenze, in cantina e a tavola» dice il presidente del Consorzio Ovada Docg, Italo Danielli. L’obiettivo è collaborare reciprocamente mettendo a disposizione esperienza e professionalità per rafforzare l’accoglienza». Fino a veder riconosciuto a livello nazionale che al confine con la Liguria esiste un territorio, Ovada, dove il vino e la gastronomia sono ottimi e tramandano l’identità e la cultura delle dolci colline o dossi, da cui il nome Dolcetto.
Se un avventore del ristorante vuol visitare un vigneto, o un sommelier chiede l’indirizzo di un ristorante tipico, basta una telefonata, ma pertanti colleghi non è così semplice. Ovada Mon Amour ha selezionato e riunito 37 attività in un’unica mappa, che si snoda in 20 comuni. La comunicazione integrata del Dolcetto di Ovada DOP ingolosirà i visitatori. Chi ordinerà l’Ovada nei 13 ristoranti, riceverà un cartellino identificativo, tre cartellini daranno diritto a una bottiglia in regalo da parte di una delle 24 aziende consorziate.
«Quando c’è coesione, le iniziative sono più immediate e daranno vita ad ulteriori eventi», si augura il produttore Roberto Porciello di Tagliolo. Certi vini vanno raccontati e lo faranno di più anche gli osti ovadesi, che al contempo si sono anche associati all’interno di Ascom.
Fonte: Secolo XIX