La Commissione Ue sta lavorando a una modifica del regolamento 607 del 2009 per rivedere le norme sull’etichettatura delle denominazioni d’origine. L’ipotesi allo studio punta a una profonda liberalizzazione che consenta ai produttori di qualsiasi Paese di utilizzare in etichetta anche i nomi dei vitigni oggi riservati a singoli Stati. Di fronte a questa prospettiva le organizzazioni della filiera vitivinicola italiana (Alleanza delle cooperative, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Federdoc, Federvini, Unione italiana vini) hanno scritto al Ministro Maurizio Martina, richiedendo un intervento del Governo a difesa dei vini DOP e IGP, perché una tale deregulation “non si trasformi in una proposta di regolamento che rischierebbe di banalizzare DOP e IGP italiane penalizzando gli investimenti sostenuti negli anni dai produttori”.
“L’operazione va bloccata – ha detto l’Europarlamentare Paolo De Castro, tra i primi a sollevare la questione – perché anche se fosse ridimensionata si risolverebbe in un sicuro danno per il vino italiano. Non possiamo cedere ad altri l’uso di nomi come Lambrusco che hanno fatto da apripista del vino italiano nel mondo e ancora oggi sono tra i prodotti più esportati. Anche i francesi dell a Borgogna sono con noi. La riforma del 2oo8 si regge su un equilibrio delicato che ha garantito sviluppo a tutti e non va messa in discussione”. E oggi il Ministro Martina a Bruxelles incontrerà il Commissario Ue Phil Hogan: primo punto dell’ordine del giorno proprio la liberalizzazione delle regole per l’etichettatura del vino.
Fonte: Il Sole 24 Ore