Dopo l’annuncio UE sui nuovi dazi alle auto elettriche, la Cina risponde stilando una lista dei prodotti europei sui quali prepara le ritorsioni. Nel mirino soprattutto Francia e Germania.
Alla fine della prima giornata del suo G7, Giorgia Meloni ha fatto sapere ieri che stamattina a Borgo Egnazia si parla di commercio globale. Soprattutto, di “come avere catene di approvvigionamento più vicine e più resistenti agli choc”.
Uno di questi si è scaricato sull’Unione europea poco prima che la premier parlasse: a seguito dell’annuncio arrivato da Bruxelles di nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi fino al 48%, i titoli delle grandi case produttrici europee – non cinesi – sono caduti in borsa: meno 3,27% per l’italo-francese Stellantis, meno 4,5% per la tedesca Volkswagen.
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Le autorità cinesi in via ufficiale hanno reagito a Bruxelles in maniera blanda, parlando di “protezionismo che soffoca la concorrenza” e di “direzione sbagliata” dell’Unione europea, come ha notato Guido Santevecchi sulla newsletter del “Corriere” America-Cina.
Informalmente però il governo di Pechino ha stilato una lista dei prodotti europei sui quali prepara le ritorsioni. E dietro le scelte commerciali ci sono quelle politiche, perché i due Paesi più presi di mira sono Francia e Germania. È su di loro che Xi Jinping, il leader cinese, vuole far salire la pressione perché Bruxelles cambi strada.
Fra i prodotti indicati per le possibili misure, i cinesi hanno inserito vini, formaggi e altri latticini: beni che la Repubblica popolare importa dalla Francia (la penetrazione italiana è ancora molto debole).
Nella lista delle ritorsioni minacciate si trovano poi i prodotti industriali che danneggiano più direttamente la Germania, in particolare le auto. La caduta sui mercati delle case europee ieri si spiega dunque principalmente con il fatto che gli investitori hanno già intuito dove colpiranno le contromisure. La rapidità della reazione del resto contrasta con la timidezza con cui Pechino aveva reagito ai dazi ben più duri al 100% – annunciati un mese fa dalla Casa Bianca sulle auto elettriche cinesi.
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Fonte: Corriere della Sera