In gioco 50 miliardi di avanzo commerciale: più della metà del surplus commerciale italiano del 2023, al netto delle importazioni per l’energia, è relativo agli scambi con gli Stati Uniti
Si tratta di oltre 50 miliardi di avanzo commerciale riferiti al solo sistema manifatturiero, l’equivalente del prodotto lordo di una media regione italiana come la Liguria. Non solo. Negli Stati Uniti sono attivi quasi 2000 investitori industriali italiani che hanno quote di partecipazione in oltre 3.500 imprese negli Usa – di cui oltre 3.000 partecipazioni di controllo con 260.000 posti di lavoro e un fatturato di 150 miliardi di dollari.
Come sappiamo, il nostro Paese non ha negli investimenti internazionali la stessa posizione di preminenza che mantiene negli scambi commerciali, ma negli ultimi anni le imprese italiane hanno saputo intercettare il vento dei mutamenti geopolitici che peggioravano le prospettive di affari in Russia, Cina, Medio Oriente, e hanno puntato forte sul mercato Usa più che nel passato.
Ed ora, con Trump di nuovo al timone, cosa aspettarsi? Se guardiamo alla precedente Amministrazione Trump, si potrebbe ipotizzare che lo scenario non cambi di molto: in fondo, nel 2021 al termine del primo mandato del presidente rieletto ieri, il sistema produttivo italiano aveva incrementato l’export verso gli USA del 16 percento rispetto all’anno della pandemia, e di circa 10 miliardi rispetto al 2017 ovvero l’anno in cui le politiche del Trump-1 si stavano concretizzando.
Con dinamiche di esportazione rilevanti in molti comparti manifatturieri, dalla meccanica all’elettronica, alla chimica, alla moda e all’agroalimentare. Ma oggi siamo in un mondo già molto diverso, “apparecchiato” si potrebbe dire per un effetto dirompente della prossima Amministrazione Trump.
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Fonte: Il Sole 24 Ore