Intervistato a Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del prosciutto di San Daniele, sui dazi annunciati dagli Usa sui prodotti italiani ed europei.
“Il prosciutto San Daniele DOP negli Usa è un prodotto che si pone in una fascia di prezzo medio alta. Quindi se ci fosse un dazio intorno al 20% sicuramente sarebbe gravoso, sarebbe una difficoltà in più ma forse non determinante per condizionare troppo quel mercato. Invece con un dazio del 200%, come ho sentito ad esempio per il vino, si bloccherebbe tutto l’export non solo quello del San Daniele. Con qualche decimale in più invece sarebbe sostenibile per il posizionamento che il prodotto ha già sul mercato e per la fascia di prezzo che ha”. Così Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del prosciutto di San Daniele, sui dazi annunciati dagli Usa sui prodotti italiani ed europei.
L’Allarme sui dazi Usa
Secondo Cichetti, “un dazio del 200% bloccherebbe completamente gli scambi commerciali”. “L’Italia in Europa è il terzo paese esportatore verso gli Stati Uniti dopo Germania e Irlanda, ma l’Irlanda è un esportatore di servizi negli Stati Uniti, mentre invece Germania e Italia sono quelle che fanno insieme fanno più fatturato esportato in quel paese, comprensivo di tutto ovviamente il food, non food, design, moda e quindi evidentemente questi paesi saranno i più colpiti in caso di dazi”, sottolinea.
E per il prosciutto di San Daniele DOP gli Stati uniti rappresentano una quota considerevole dell’export. “Nel 2024 abbiamo confermato i numeri sull’export, intorno al 17% della produzione totale di prosciutto San Daniele Dop mantenendo Francia, Stati Uniti, Australia e Germania come primi quattro paesi di esportazione. Gli Stati Uniti sono il secondo Paese di esportazione di San Daniele dopo la Francia. Vi finisce il 5% del venduto totale del nostro prodotto e rappresenta il 20% del nostro export, è sicuramente un mercato importante“, sottolinea.
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Fonte: adnKronos