Dotare le Indicazioni Geografiche di uno specifico Piano d’Azione per le IG. È quanto emerso dall’intervento del nuovo direttore della DG Agri, Diego Canga Fano, durante il seminario ”Dalla Riforma verso l’innovazione e la sostenibilità delle IG europee”, tenutosi a Villasimius il 31 maggio a seguito dell’Assemblea annuale di Origin Italia e realizzato in collaborazione con Fondazione Qualivita. Il workshop ha acceso i riflettori sulla necessità di adottare uno strumento non legislativo a livello europeo in grado di sostenere il percorso di innovazione delle IG, similmente a quanto accade oggi per il regime biologico. Alla base di un efficace Piano d’Azione volontario dovrebbero essere collocate diverse iniziative, tra cui quelle finalizzate ad una migliore conoscenza dei loghi DOP e IGP all’interno della GDO in tutti i Paesi dell’UE e l’instaurazione di un concorso europeo volto a premiare la IG più sostenibile, già previsto per il biologico. Ulteriori pilastri sui quali fondare il Piano sarebbero l’introduzione di un sistema che selezioni prodotti DOP IGP all’interno di appalti pubblici a livello nazionale e locale, ad esempio per i prodotti utilizzati nella sanità e nell’istruzione, e il miglioramento dei controlli anche mediante la promozione del sistema italiano, che rappresenta un modello di riferimento per gli altri Paesi.
Sostenibilità parte integrante del Sistema IG italiano
In apertura, dopo l’intervento del presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi, che ha consegnato una targa di riconoscimento a Leo Bertozzi, già direttore di Origin Italia e membro del board di oriGIn EU, per il lavoro svolto in questi anni a sostegno del comparto DOP IGP e di Charles Deparis, presidente di oriGIn EU, il Professore Carlo Alberto Pratesi, ordinario del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi Roma Tre, ha evidenziato come la sostenibilità, intesa con il concetto di ”durevolezza”, è parte integrante delle Indicazioni Geografiche. Queste sono infatti riuscite a sopravvivere nel tempo e continuano ad essere caratterizzate da un forte legame con il territorio di riferimento, come emerge tra l’altro nel documento della FAO e oriGIn ”Developing a roadmap towards increased sustainability in Geographical Indication systems”. Nel percorso di innovazione sostenibile delle IG, le filiere, alla luce delle nuove richieste del mercato e dei consumatori, dovranno però individuare e definire le loro specifiche priorità. In questo senso, l’attenzione posta inizialmente sul tema ambientale, ormai consolidato, si sta spostando maggiormente su tematiche sociali, come diritti umani, inclusione, salute e anche nutrizione. Un’altra tendenza che nella società odierna influenzerà le scelte sostenibili sarà la biodiversità, intesa come tutto ciò che è diverso e, pertanto, relativa a prodotti, territori e specie. Sarà inoltre fondamentale stabilire una misurazione delle priorità selezionate nonché coinvolgere gli stakeholder e collaborare con tutti gli attori, all’interno dell’azienda, lungo la filiera, tra filiere differenti e tra settore pubblico e privato. L’alleanza delle parti risulterà essenziale per costruire un futuro diverso e sostenibile per le Indicazioni Geografiche.
Una svolta collettiva basata sulla strategia FAO-oriGIn
La tavola rotonda ha visto poi l’intervento di Riccardo Deserti, presidente di oriGIn Mondo, Emilie Vandecandelaere, ricercatore della FAO, Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale di Ismea, Marco Lupo, Capo Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica del Masaf e Felice Assenza, Capo Dipartimento dell’ICQRF. Particolare attenzione è stata dedicata al momento di svolta per le Indicazioni Geografiche, che devono abbandonare il modus operandi fino ad ora utilizzato, caratterizzato da attività volte a far crescere le singole IG attraverso azioni di protezione e promozione. Al contrario, il settore dovrà iniziare ad agire collettivamente e abbandonare la concezione individuale, coinvolgendo gli attori di tutte le parti del globo. Il sistema Indicazioni Geografiche deve essere la chiave per un diverso modello di sviluppo rurale e agricolo mondiale, basato proprio sulle DOP IGP. In tal senso offriranno un supporto fondamentale gli accordi bilaterali siglati dall’Unione Europea che continueranno ad esporta re questo modello produttivo negli altri Paesi.
Oggetto di discussione è stato inoltre il progetto di ricerca e sviluppo della FAO e oriGIn finalizzato a fornire ai Consorzi di tutela strumenti pratici per definire e implementare una tabella di marcia per la sostenibilità delle IG. La collaborazione tra i due soggetti, iniziata nel 2016, ha portato alla definizione della Strategia di Sostenibilità per le Indicazioni Geografiche (SSGI), classificando, nell’ambito dei quattro pilastri selezionati (resilienza economica, integrità ambientale, buona governance e benessere sociale) 22 temi di sostenibilità, per un totale di 62 argomenti di sostenibilità e ben 442 indicatori. La strategia semplificherà l’approccio delle filiere ai temi sostenibili, adattando lo strumento ai diversi prodotti e territori di provenienza, e garantendo un pacchetto completo di strumenti atti a fornire ai Consorzi tutti gli elementi per impegnarsi autonomamente in un percorso di sostenibilità che rifletta le sfide locali.
Il nuovo Regolamento IG e le opportunità del PNRR
Infine, l’innovazione portata dal nuovo Regolamento interesserà anche la tutela e la protezione delle Indicazioni Geografiche, in particolare attraverso il rafforzamento dell’ex-officio, fondamentale strumento di protezione esteso al segmento del web e al sistema dei nomi di dominio, anche nell’attività di indagine e non solo riservata esclusivamente ad una protezione commerciale. A livello nazionale, invece, il Masaf dovrà approcciarsi con l’attuazione della nuova normativa comunitaria e, pertanto, sarà necessaria la costruzione di un rapporto di maggiore confronto con la rappresentanza delle IG e le realtà consortili, le cui filiere potranno approfittare, per il loro sviluppo, di un periodo contrassegnato da numerose risorse finanziarie a disposizione, in particolare quelle provenienti dal PNRR.
Fonte: Consortium 2024_02