Qualivita e Origin Italia lanciano l’Osservatorio Turismo DOP per supportare la conoscenza, rafforzare la governance dei Consorzi di tutela e promuovere una strategia di settore
Nel comparto dell’agroalimentare si stanno affermando nuove strategie di valorizzazione legate alla dimensione turistica nel territorio di origine che assumono sempre più il valore di un’etichetta ”viva” del prodotto locale e in particolare della sua massima espressione qualitativa: l’Indicazione Geografica.
Mauro Rosati, esperto di Indicazioni Geografiche e politiche agricole è direttore della Fondazione Qualivita e di Origin Italia
Il fenomeno del turismo enogastronomico
Il turismo enogastronomico è uno di quei ”comparti-gioiello” che, dopo le chiusure legate alla Pandemia, non hanno smesso di crescere sia nell’attrarre i mercati sia nel generare ”esternalità positive” per i territori: in Italia si va dall’economia alla sostenibilità, dall’occupazione alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità. Siamo di fronte a un mercato che gli analisti finanziari prevedono crescerà a una media annua del +17 % per la componente gastronomica e del +13% per la componente vino (Dati Forum Food & Wine Tourism 2024).
Per sostenere questa crescita le istituzioni sono al lavoro su diversi piani, dalle linee guida per le buone pratiche e lo sviluppo sostenibile ad una legislazione sempre più evoluta. I forum mondiali annuali in ambito ”Gastronomy and Wine Tourism” della UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’ONU, rappresentano probabilmente il punto di riferimento internazionale così come i lavori del Comitato per il turismo dell’OCSE. L’Italia, che nel 2024 ha scalato la classifica del Travel & Tourism Development Index 2024 pubblicata dal Forum economico mondiale (Wef) piazzandosi al nono posto, ha nel turismo enogastronomico un punto di riferimento per l’esperienza dei territori.
Secondo l’edizione 2023 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” curato da Roberta Garibaldi, a cui la Fondazione Qualivita collabora fin dalle prime edizioni, il 58% degli italiani ha effettuato almeno un viaggio con principale motivazione enogastronomica nel 2023, con una stima di circa 9,6 milioni di persone. Questo rappresenta un aumento del 37% rispetto al 2016.
Le norme sul turismo enogastronomico
Le Strade del Vino e dei Sapori sono le prime esperienze italiane regolamentate nel turismo enogastronomico. Queste iniziative sono state istituite tramite specifiche leggi regionali, basandosi sulla legge quadro n. 268 del 27 luglio 1999. Tale normativa aveva l’obiettivo di promuovere lo sviluppo turistico e culturale delle aree vitivinicole, incentivando la collaborazione tra produttori, enti locali e operatori turistici.
Con il crescente interesse dei turisti per i temi enogastronomici, le autorità sovranazionali e nazionali stanno iniziando a colmare le lacune normative che hanno caratterizzato il settore per molti anni, dato che la stessa legge sulle Strade del Vino e dei Sapori non è stata in grado di dare risposte efficaci. In Italia, dato l’importante ruolo del comparto agroalimentare, la Legge di Bilancio 160/2019 ha previsto, a partire da gennaio 2021, che le disposizioni in materia di enoturismo contenute nella Legge di Bilancio 205/2017 fossero estese anche all’oleoturismo, ponendo così le prime basi legislative intersettoriali. La crescente domanda del comparto produttivo e l’intervento del legislatore nazionale hanno fornito agli enti regionali tutti gli elementi necessari per normare i settori dell’enoturismo e dell’oleoturismo. Le Regioni hanno quindi emanato leggi regionali e delibere utili a definire l’esercizio delle attività e a supportarne la promozione. Al 15 giugno 2024, secondo un’analisi di Qualivita-Origin Italia, sono 18 le Regioni intervenute a livello normativo con leggi, delibere o regolamenti: 17 in ambito enoturismo e 13 in quello oleoturismo. A livello europeo, con l’approvazione del nuovo regolamento 2024/1143 sulle Indicazioni Geografiche, viene assegnato ai Consorzi di tutela il compito di sviluppare specifici servizi turistici nel territorio di produzione. Queste attività mirano a diffondere informazioni e promuovere le caratteristiche dei prodotti DOP IGP ai consumatori. Con l’importanza crescente della Dop economy, il sistema dei Consorzi di tutela è chiamato a svolgere un ruolo di coordinamento e impulso nel delineare una strategia di sviluppo collettiva. Questo impegno mira a favorire non solo la crescita delle produzioni, ma anche l’economia territoriale nel suo insieme, incluso il comparto turistico, in modo sostenibile e coerente con i valori delle Indicazioni Geografiche. In quest’ottica, è opportuno differenziare il turismo enogastronomico, che comprende una vasta gamma di attività e operatori, dal “Turismo DOP”. Quest’ultimo qualifica specificamente le iniziative turistiche organizzate dalle imprese delle filiere IG o dai Consorzi di tutela, con l’obiettivo principale di promuovere e far conoscere i prodotti DOP IGP.
Tuttavia, per agire efficacemente e definire un progetto complessivo sul turismo enogastronomico, è necessario prima misurare e monitorare. Secondo una mappatura del 2022 condotta da UNWTO e OIV, il 70% dei Paesi non raccoglie sistematicamente dati sull’enoturismo – il comparto più evoluto – e il 70% non ha creato indicatori di sostenibilità sull’impatto del turismo del vino.
Turismo DOP
Il Turismo DOP è il segmento del turismo enogastronomico caratterizzato da attività e servizi sui prodotti DOP IGP organizzati prevalentemente dai Consorzi di tutela e dalle imprese associate. Il Turismo DOP attira le persone verso luoghi rinomati per i loro prodotti DOP IGP attraverso attività che presentano finalità didattica, legata alla conoscenza delle caratteristiche distintive e storico-culturali del prodotto, in grado di tutelare la reputazione e garantire una percezione positiva della filiera, in chiave sostenibile e in coerenza con i valori delle Indicazioni Geografiche.
- Un gruppo di produttori può svolgere in particolare i compiti seguenti: […] diffusione di attività di informazione e promozione tese a comunicare ai consumatori le caratteristiche del prodotto designato da un’Indicazione Geografica, compreso lo sviluppo di servizi turistici nella pertinente zona geografica (Parlamento Europeo, Consiglio Europeo, UE 2024/1143, p.103) • Con la riforma delle regole UE su Dop e Igp potrebbe decollare anche il turismo a Denominazione d’Origine. Tra le novità della bozza di regolamento che nei giorni scorsi è stata approvata dalla Commissione Agricoltura dell’Europarlamento è prevista anche una definizione delle competenze in materia turistica dei Consorzi di tutela. Si tratta dell’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione del “turismo Dop” ovvero la ricettività turistica legata ai prodotti a Indicazione geografica. (Giorgio dell’Orefice, Il Sole 24 Ore, 29 aprile 2023, p.19).
Il Progetto Osservatorio Turismo DOP
Per supplire ad una carenza di dati strutturali, necessari alla formulazione di una strategia di settore volta a promuovere uno sviluppo territoriale sostenibile, Fondazione Qualivita, in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sta realizzando l’Osservatorio Turismo DOP. Questo nuovo strumento potrà consentire al sistema delle Indicazioni Geografiche italiane di avere una visione completa del fenomeno turistico enogastronomico legato ai prodotti DOP IGP, attraverso il monitoraggio e l’analisi delle attività organizzate dai Consorzi di tutela e dalle imprese associate.
Numerose fonti sono già state raccolte grazie a un lavoro di ricerca su banche dati esistenti, siti dei Consorzi e delle imprese, includendo informazioni sugli eventi, normative nazionali, europee e internazionali, ricerche scientifiche e pubblicazioni di organismi internazionali. Ulteriori fonti sono in fase di acquisizione. Per la realizzazione del progetto, Fondazione Qualivita collabora in sinergia con i Consorzi di tutela DOP IGP riconosciuti, le aziende associate e altri enti di ricerca, organizzazioni e stakeholder del settore.
La banca dati informativa dell’osservatorio è accessibile attraverso un sito web dedicato – www.turismodop.it – organizzato in quattro aree distinte (Figura 1):
- Attività
- Normativa
- Studi e Ricerche
- Dati e indicatori
L’Area Attività raccoglie un archivio, frutto dell’indagine Qualivita, contenente le principali esperienze legate allo sviluppo del turismo enogastronomico realizzate dai Consorzi di tutela. Le informazioni sono suddivise in quattro ambiti distinti: eventi; modelli organizzativi, formazione e promozione; infrastrutture materiali e immateriali; valorizzazioni (riconoscimenti territoriali come Unesco e Parchi Nazionali, certificazioni, ecc.).
L’Area Normativa ospita le fonti normative nazionali, regionali ed europee più rilevanti collegate al turismo enogastronomico, con un focus particolare sul Turismo DOP. Nell’Area Studi e Ricerche è riportato il monitoraggio delle pubblicazioni scientifiche relative al settore del turismo enogastronomico italiano e internazionale, con particolare attenzione ai prodotti a Indicazione Geografica, realizzate da enti di ricerca, università e altri soggetti accreditati.
L’Area Dati e Indicatori ospita dashboard con dati di interesse turistico e rappresenta l’obiettivo più ambizioso nel lungo periodo, mirando a costruire un riferimento statistico per un settore in continua evoluzione.
L’Osservatorio è stato concepito per far emergere un settore pronto a diventare un pilastro economico e sociale. Ha l’obiettivo di supportare la conoscenza, rafforzare la governance dei Consorzi di tutela e promuovere una strategia di settore, attraverso la condivisione e l’uso di dati e informazioni da parte degli attori del sistema DOP IGP.
Nuovi compiti e nuove opportunità per i Consorzi di tutela
Come evidenziato dal Prof. Albisinni, il nuovo Regolamento europeo rappresenta una disciplina sistemica che assegna ai Consorzi di tutela un ruolo centrale e di primo piano. In questa visione, i Consorzi di tutela hanno un compito significativo nel settore del turismo enogastronomico. Il Regolamento 2024/1143, che per la prima volta unisce i settori Cibo, Vino e Bevande spiritose a IG, stabilisce che i Consorzi sono responsabili della protezione e della promozione dei veri prodotti tipici anche in ambito turistico (Tabella 1). Ciò implica che essi siano i custodi delle tradizioni culinarie di una determinata regione o area geografica. Il loro lavoro di ”vigilanza” sulle diverse esperienze turistiche legate alle DOP IGP deve quindi contribuire a preservare la qualità, l’autenticità e la reputazione dei prodotti, garantendo che i consumatori siano consapevoli dell’origine e delle caratteristiche distintive di tali eccellenze.
La dimensione turistica nel territorio, in particolare nelle attività all’interno delle aziende di produzione e nelle sagre, assume il valore di un’etichetta ”viva” dell’Indicazione Geografica. Il consumatore/turista acquisisce informazioni dall’esperienza diretta e dal racconto delle varie figure della filiera con cui entra in contatto.
In questa accezione di etichetta narrante dell’esperienza turistica, i Consorzi di tutela devono innanzitutto sviluppare un progetto formativo per tutti gli operatori, rendendo coerente il contenuto informativo ed educativo. In secondo luogo, devono attuare un’attenta ”vigilanza” affinché non ci siano disinformazioni a discapito della reputazione della Indicazione Geografica.
Il Regolamento stabilisce inoltre il ruolo guida del Consorzio in azioni per migliorare le prestazioni della filiera in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con una forte attenzione alle ricadute sul territorio di origine. Onere che dovrà comprendere anche inevitabilmente la gestione delle attività turistiche.
A differenza dei soggetti tradizionalmente impegnati nel turismo, come le Pro Loco, ai Consorzi di tutela spetta un ruolo di coordinamento tra i diversi attori presenti sul territorio e nei vari ambiti di intervento. Questi ambiti includono la gestione di aree riconosciute a livello mondiale, alcune delle quali sono persino patrimonio Unesco, e che portano il nome della denominazione, come il Chianti, le “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” e i “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. In questi casi, è evidente come il nome del prodotto sia strettamente legato alla destinazione turistica, con una molteplicità di soggetti coinvolti su diversi livelli: dalla produzione alla mobilità, dall’esperienza ambientale all’enogastronomia. Pertanto, il ruolo del Consorzio di tutela nella gestione del turismo non si deve limitare alla filiera produttiva, ma deve anche interconnettersi con gli altri organismi preposti giocando un ruolo di primo piano.
Il turismo DOP è una grande opportunità per le filiere italiane ma è necessario partire con il piede giusto e con un progetto complessivo credibile, per evitare la l’usura dei territori e l’abbondono della vocazione primaria agricola da parte delle imprese.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2024_02