Exploit del riso e dei prodotti da forno grazie all’export. Bene le vendite all’estero dei vini delle Langhe, Roero e Monferrato: +4,4%.
L’alimentare piemontese “è di marca, riconosciuto di qualità dai consumatori italiani: questo spiega la buona tenuta delle aziende nonostante il rincaro dei prezzi di materie prime ed energia che si sono tradotti in crescite più a valore che a volume”, dice Alberto Bertone, fondatore e anima del gruppo delle acque minerali Sant’Anna.
Alimentare che esprime gruppi di famiglia di successo, con i big player: Ferrero (Alba) e Lavazza (Torino). Un posto nel consiglio superiore di Bankitalia, Bertone ha avviato all’inizio degli Anni Duemila il business delle acque minerali che ora si allarga alle bibite (té) e alle acque cosmetiche. “Da referente del Piemonte nel consiglio Bankitalia, vedo come davvero la nostra forza sul territorio sia questa stretta identità con l’idea di marca che, dopo la pandemia, torna a premiare i prodotti sullo scaffale. Certo, bisogna innovare. È quel che abbiamo fatto con le acque proteiche. Il nuovo trend in ascesa degli alimenti iperproteici potrebbe farci aumentare del 10-15% il fatturato, anche grazie alla nuova acqua pensata per gli sportivi e non solo. Una nuova tappa di investimento, dopo l’acqua con acido ialuronico e con collagene”.
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Export in crescita anche per il distretto dei dolci di Alba e Cuneo (+1,2%, pari a 4,4 milioni di euro) con il contributo più significativo da Germania, Arabia Saudita, Regno Unito e Hong Kong, con le esportazioni in aumento del 13,6% per i prodotti da forno e farinacei. Cresce poi il distretto di caffè, confetterie e cioccolato torinese, +9,3% pari a un incremento di 19,5 milioni. Bene pure l’export dei i vini delle Langhe DOP, Roero DOP e Monferrato DOP: +4,4% dal primo trimestre 2022.
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Fonte: L’Economia – Corriere della Sera