La distrettualità in agricoltura si colloca nel quadro dell’innovazione organizzativa, almeno così è stata concepita nelle esperienze pilota intorno alla metà degli anni ’90, e la sua diffusione nelle Regioni dimostra tanto l’interesse che si è manifestato quanto le difficoltà di una chiave di lettura organica e razionale delle esperienze maturate.
In questi anni la ricerca condotta presso il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Firenze su questo tema, si è ulteriormente sviluppata, in parallelo al crescere delle iniziative che andavano maturando nelle Regioni, che divenivano motivo di nuove indagini e di confronto. È in questo vitale ambito che si è formata la personalità di ricercatrice di Daniela Toccaceli.
Sebbene molti studiosi di diverse discipline abbiano arricchito la materia di pregevoli contributi, con il moltiplicarsi delle iniziative regionali e locali, era divenuto difficile per chiunque poter dire di avere un quadro esatto di cosa fosse diventata la distrettualità in agricoltura in Italia. Nella pubblicistica e nella letteratura scientifica, mancava ancora un quadro conoscitivo e interpretativo esauriente e attuale, capace di sostenere un pensiero di prospettiva.
La Rete Rurale Nazionale e INEA hanno programmato di sostenere un piano di ricerca pluriennale che già in questo primo contributo ha portato alla luce interessanti elementi di riflessione, perché questo studio risponde a tale bisogno e offre un contributo originale e inedito che fa chiarezza sullo stato dell’arte e sull’interpretazione che del modello distrettuale hanno dato le Regioni, in modo forse imprevedibilmente ampio.
Il tema della distrettualità in agricoltura potrà avere importanti proiezioni sul posizionamento italiano nel quadro della riforma della PAC e delle politiche strutturali in corso e assumere spessore con riferimento ai profondi cambiamenti che in questi e negli anni a venire modificheranno la nostra economia e l’agricoltura, riportando in primo piano anche il valore strategico degli assetti organizzativi rispetto alle nuove sfide del mercato globale e al fondamentale contributo dell’agricoltura stessa allo sviluppo territoriale.
In questa prospettiva, questo studio offre una solida base interpretativa su cui fondare un confronto dialettico sull’utilità di valorizzare l’originalità dell’esperienza distrettuale italiana, già maturata in molte regioni, anche nella prospettiva delle nuove soluzioni organizzative che si evincono dall’impostazione del Quadro Strategico Comune e dalla riforma del FEASR per il dopo 2014. Proprio in questa delicata fase, l’esperienza italiana dei distretti rurali e agroalimentari di qualità è divenuta anche motivo di confronto con altri Paesi europei.
L’Accademia dei Georgofili, attraverso il proprio Laboratorio di studi economici sullo sviluppo rurale, in collaborazione con l’Associazione internazionale «Ruralité, Environnement, Developpement (RED)» e con la Regione Toscana, ha esteso la ricerca sul tema della governance in agricoltura a un confronto con modelli adottati in altri territori europei, che in diverse occasioni hanno mostrato particolare interesse per l’esperienza italiana.