La Stampa
La risposta è lapidaria: «Non ci sono le condizioni per bloccare le importazioni di riso dalla Cambogia». Poche parole con cui la Commissione europea risponde alle numerose richieste avanzate in questi mesi dai parlamentari italiani per proteggere i mercati locali dall’invasione indiscriminata di prodotti dall’Est. Tesi subito rigettata dall’Ente nazionale risi, che la ritiene del tutto infondata e che replica pubblicando alcuni dati elaboratiproprio dalla Commissione. E’ lo stesso ente, per mano del suo presidente Paolo Carrà, a riportare le dichiarazioni di Karel De Gucht, attuale commissario europeo per il Commercio a Bruxelles. «A seguito di una recente interrogazione parlamentare in merito all’import di riso dalla Cambogia in esenzione di dazi, De Gucht ha risposto che la Commissione europea non riterrebbe che siano soddisfatte le condizioni per bloccare le importazioni da quel Paese; e questo perché l’incremento di tali importazioni sarebbe compensato da una riduzione delle importazioni da altri Paesi terzi fornitori, con il risultato che il totale dell’import dell’Unione europea è rimasto stabile». In pratica la Ue dice: non fermiamo l’arrivo di riso cambogiano, perché ad un aumento delle importazioni da questo Stato corrisponde una diminuzione delle importazioni da altri Stati. E questo ha generato una situazione di sostanziale equilibrio. Carrà sottolinea «l’infondatezza di queste tesi» e riporta cifre elaborate dalla stessa Commissione secondo le quali «nella campagna 2013/2014 le importazioni dell’Ue risultano in netto aumento».