Approccio dinamico e internazionale per la crescita delle realtà produttive made in Italy
Il racconto delle molteplici e articolate esperienze del mondo agroalimentare e vitivinicolo dei prodotti a Indicazione Geografica deve molto agli Organismi di Controllo autorizzati dal Mipaaft, quegli enti terzi indipendenti senza cui la qualità – che è artigianalità, tracciabilità, legame con il territorio, tipicità – non potrebbe essere assicurata. Nel vasto panorama italiano delle DOP IGP STG, CSQA Certificazioni occupa senza dubbio uno spazio di rilievo, rappresentando ad oggi il punto di riferimento per ben 63 produzioni tipiche. E questo è solo uno degli elementi di forza di questo ente di certificazione italiano dal forte attivismo internazionale: una storia di competenza, passione e innovazione. Fondata nel 1990, CSQA si radica con successo nell’intero territorio nazionale, supportando i percorsi di crescita delle aziende italiane nei principali comparti economici. Dalle certificazioni di prodotto ai sistemi di gestione qualità, ambiente, energia, sicurezza sul lavoro, information technology e responsabilità sociale, CSQA ha sviluppato nel tempo la propria gamma di servizi ottenendo importanti accreditamenti e riconoscimenti europei e internazionali. Presente con le sue sedi anche all’estero, CSQA si distingue nel panorama degli enti di certificazione per la sua capacità di accompagnare le aziende anche in percorsi tailor made, al fine di costruire success stories grazie a certificazioni efficaci e vincenti per il mercato e dal significativo impatto sociale.
Una storia dalle radici profonde
“CSQA è nata da una intuizione – ricorda Pietro Bonato, Amministratore delegato e Direttore generale – che ha portato a una grande innovazione. Alle origini eravamo un istituto di ricerca nel settore Food; alla fine degli anni ’80 siamo venuti in contatto con degli ingegneri nucleari che, dopo i referenda sul nucleare del 1987, divulgavano i temi della qualità e della assicurazione qualità. È stata una scintilla che ci ha illuminato: i concetti di prevenzione, di analisi dei rischi, di sistemi di gestione per la qualità erano una assoluta novità per il settore. E così abbiamo pensato di costituire un ente di certificazione che facesse da catalizzatore per il mondo agroalimentare. Per 7 anni, dal 1990 al 1997, abbiamo fatto centinaia di convegni e seminari divulgativi e, ricordo bene il dato, solo 25 certificazioni di aziende alimentari pioniere. Poi è iniziata la crescita ininterrotta e costante”.
Leadership indiscussa nel Food
Primo ente italiano ad essere accreditato per il settore Food e agricoltura nel 1993, primo ente ad attivare lo schema di certificazione volontaria di prodotto, primo ente ad ottenere il riconoscimento ministeriale per i controlli dei prodotti DOP e IGP, oggi CSQA rappresenta il punto di riferimento per oltre 70.000 aziende grazie ai servizi altamente specializzati che è in grado di offrire, frutto di un know how specifico sviluppato nel corso degli anni. “La nostra è una storia di passione e di innovazione – prosegue Bonato – e i passaggi fondamentali nella nostra storia corrispondono anche ai passaggi più importanti nella recente storia agroalimentare. Dapprima abbiamo compreso che i modelli gestionali sono la chiave della competitività ma solo se legati alla qualità dei prodotti e così, molto prima della nascita delle DOP e IGP, certificazione volontaria di prodotto agroalimentare in Italia. Lo slogan era ‘certificazione come marketing della lealtà’ e cioè la certificazione come elemento di valorizzazione, identificazione e posizionamento dei prodotti”. Non v’è dubbio che, nell’ambito della leadership indiscussa che CSQA detiene nel settore Food, le DOP e IGP occupano uno spazio privilegiato: basti pensare al Grana Padano DOP, primo ad essere certificato da CSQA, affermatosi negli anni come il prodotto agroalimentare a denominazione più consumato al mondo e all’Aceto Balsamico di Modena IGP, eccellenza arrivata in poco tempo a quasi un miliardo di valore al consumo con il 92% della produzione destinato all’export. “I prodotti DOP e IGP – mette in luce Bonato – rappresentano una parte fondamentale dell’attività di CSQA. Controlliamo oltre 60 denominazioni, molte delle quali sono tra le più importanti in campo nazionale ed europeo. Ma controlliamo anche piccole e piccolissime denominazioni perché crediamo molto nella nostra mission di valorizzazione del made in Italy. La nostra politica, sin da quando siamo nati, è sempre stata quella di concepire la certificazione come un processo di trasparenza e di valorizzazione dei prodotti, delle aziende e dei territori. E il mondo delle DOP IGP è esattamente la convergenza di questi tre fattori”.
La sostenibilità al centro
Sostenibilità è sempre più un tema chiave per consumatori e stakeholder. Una questione che CSQA aveva posto fin dalle origini, nella consapevolezza che la qualità dei prodotti agroalimentari non potesse prescindere dalla qualità dell’ambiente in cui nascono. Oggi la crescente richiesta di sostenibilità da parte del consumatore si scontra ancora con il fatto che mancano sistemi di valutazione riconosciuti della stessa intesa come ambientale, sociale ed economica. Una sfida che CSQA ha saputo cogliere, registrando importanti successi. “Per rispondere alle nuove esigenze di prodotti sostenibili – afferma ancora Bonato – CSQA ha accompagnato le aziende nella definizione di nuovi standard volontari sempre all’avanguardia e in grado di anticipare le richieste dei mercati e con un approccio che prevede il coinvolgimento dell’intera filiera produttiva, per dimostrare e rendicontare la sostenibilità dei prodotti agroalimentari. Nell’ultimo anno è nato lo standard di “Olio di Oliva Extra Vergine Sostenibile” che ha permesso di condividere una definizione ed un approccio codificato alla sostenibilità per la filiera olivicola, e di realizzare la prima certificazione di sostenibilità dell’Olio EVO 100% italiano. Innovazione anche per la filiera animale con molteplici standard, in primis il Benessere animale in allevamento e Assenza di utilizzo di antibiotici in allevamento”.
Innovazione tecnologica
L’aspirazione innata di CSQA verso l’innovazione continua trova piena conferma nel progetto “Blockchain Solutions per il made in Italy”, volto ad affiancare ai tradizionali sistemi di identificazione e tracciabilità anche la tecnologia blockchain. Quest’ultima, da un lato permette di migliorare l’affidabilità dei dati necessari a dimostrare la qualità del prodotto, la tracciabilità e la coerenza dei quantitativi attraverso il concetto della “immutabilità” del dato inserito; dall’altro consente di evolvere verso tecnologie di comunicazione al consumatore più efficaci e più “smart”, in grado di informare in modo efficace una fascia di consumatori sempre più consapevole e tecnologica. “Un ulteriore passo in avanti – conclude Bonato – per la garanzia dei produttori e dei consumatori”.
“Comunicazione essenziale per crescere e rafforzare il sistema” intervista a Carlo Perini, presidente di CSQA Certificazioni
Per affrontare la rapida evoluzione degli ultimi decenni, le imprese agroalimentari sono cambiate e cresciute al fine di intercettare nuovi mercati, mantenerli e svilupparli, dimostrando altresì una maggiore sensibilità verso le esigenze dei consumatori. Ma le sfide da cogliere per il futuro non mancano.
Per crescere, oggi, le imprese sono chiamate dal mercato a essere sempre più competitive, anticipando le tendenze. Quanto e in che modo la certificazione ha contribuito alla competitività, anche internazionale, delle realtà imprenditoriali italiane?
Innovazione, capacità di intercettare le tendenze, efficacia ed efficienza rappresentano i fattori di competitività delle imprese. L’adozione di standard volontari riconosciuti consente alle imprese di organizzarsi al meglio per rispondere, da un lato, alle norme cogenti e, dall’altro, alle sempre maggiori richieste del mercato in materia di organizzazione e affidabilità, di caratteristiche e qualità dei prodotti. Credo che agli albori della certificazione, l’adozione di modelli gestionali internazionali, la norma ISO 9000, abbia fatto fare un salto di qualità imprenditoriale e gestionale alle imprese italiane. Il modello gestionale ISO 9001 rimane, ad oggi, il cardine su cui si innescano tutti i modelli aziendali e che sempre di più dovrebbero operare in ottica di integrazione.L’obiettivo da perseguire è quello di lavorare in modo che modelli di organizzazione aziendali siano sempre più efficaci ed efficienti, che siano in grado di assolvere contemporaneamente agli obblighi di legge e alle richieste dei clienti e del mercato in generale. In questo percorso di crescita e di miglioramento continuo la scelta dell’Organismo di Controllo, la competenza, l’affidabilità ed il riconoscimento sul mercato rivestono un ruolo strategico. I dati dimostrano che la certificazione rappresenta un reale e concreto fattore di competitività e requisito essenziale per poter penetrare i mercati internazionali.
Qual è il valore della certificazione per il consumatore del XXI secolo?
Ad oggi il consumatore conosce ancora molto poco il valore della certificazione, un trend da invertire con impegno e urgenza. Viviamo in un mondo dove si coniugano, da una parte, tipicità e località; dall’altra, globalità e grandi scambi commerciali. La certificazione, che sottende sia qualità e garanzia del prodotto, sia applicazione di elevati standard di qualità, salute, sicurezza e protezione dell’ambiente a tutela dei cittadini, è uno strumento indispensabile per creare fiducia. Ed è per questo che sarà fondamentale rafforzare nelle imprese e nei cittadini la consapevolezza del valore della certificazione di terza parte indipendente. Un obiettivo che non potrà essere raggiunto senza una comunicazione chiara ed efficace. Si tratta, da un lato, di rendere quanto più accessibile il linguaggio della certificazione al fine di permettere ai cittadini di comprendere fino in fondo cosa si celi dietro uno standard e perché questo può avere un impatto positivo sulla sua vita di ogni giorno; dall’altro, di avvalersi al meglio di tutti i canali di oggi a disposizione, seguendo una strategia di comunicazione precisa e coinvolgente. Oltre a ciò, non dobbiamo dimenticare che oggi, purtroppo, il consumatore vede solo una minima parte della certificazione, ovvero quello che è divulgabile sui prodotti come i marchi DOP IGP BIO o la certificazione di prodotto per requisiti specifici (NO OGM, NO Antibiotici, Benessere animale, ecc.). Per contro, tutte le certificazioni a garanzia del modello di organizzazione aziendale o quelle a supporto dell’igiene e sicurezza non sono attualmente percepibili dal consumatore perché non si possono indicare in etichetta. Anche in questo caso la comunicazione potrà giocare un ruolo fondamentale, dando valore all’enorme sforzo che le imprese compiono per garantire i clienti, i mercati, e i consumatori.
a cura di Elena Conti
Fonte: Consortium 2018/01