La Stampa
Ci sono le stime, ma per capire che cosa sta succedendo nel mercato globale dell’olio d’oliva all’inizio della campagna 2014/2015 bisogna seguire le tracce del denaro. «Negli ultimi 12 mesi i futures sull’olio d’oliva vergine scambiati a Jaen, in Spagna, hanno registrato un’impennata del 17% mentre alla Camera di Commercio di Bari quest’anno con l’inizio della raccolta delle olive si rilevano quotazioni che sono superiori al 38%». Per la Coldiretti l’impennata dei prezzi è la prova che le previsioni dell’Oil World, il servizio di previsione indipendente per i semi oleosi, oli e pasti colgono nel segno
la produzione mondiale di olio di oliva crolla e dovrebbe scendere del 17% a 2, 9 milioni di tonnellate. Che cosa è successo? In Spagna – che comunque resta il primo produttore globale con meno di un milione di tonnellate – il raccolto è dimezzato a causa delle scarse precipitazioni che si sono registrate in Andalusia, la principale regione produttrice. E in Italia le previsioni mettono in evidenza un calo del 30% della produzioni che dovrebbe attestarsi sulle 300 mila tonnellate. Anche in questo caso il colpevole è il clima.