Il Messaggero
E un momento cruciale per il potenziale produttivo e la competitività delle nostre imprese agricole. Il 23 e 24 gennaio la Commissione agricoltura del Parlamento europeo approverà incisive modifiche alla proposta di riforma della Pac (la politica agricola comune) della Commissione Ue, che prevede misure “verdi” obbligatorie dagli incerti benefici sull’ambiente ma dall’impatto certo in termini di competitività delle imprese. Si tratta di una riforma che si prefigge l’obiettivo di rendere la Pac meno burocratizzata, più flessibile, più vicina alle esigenze degli agricoltori europei. Nonostante i pesanti tagli al budget 2014-2020 prospettati dal Consiglio Ue, è importante garantire sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale. Di recente la Fao è tornata a parlare degli investimenti in agricoltura come un’area di intervento chiave per combattere fame e povertà. Facendo riferimento agli oltre 850 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame, quando si parla di investimenti si intendono infrastrutture rurali, istruzione, organizzazione degli agricoltori e delle filiere, innovazione, trasferimento tecnologico. In un senso più ampio, però, investire in agricoltura vuol dire investire nel futuro, anche per la parte più ricca del pianeta. La produzione alimentare si sta confrontando, per la prima volta su scala globale, con un contesto di scarsità. Non vuol dire che di punto in bianco non saremo più capaci di produrre cibo sufficiente per tutti, ma in prospettiva il rischio c’è.