Crisi del vino, quello italiano si stia adattando ai mutati stili di consumo molto meglio di altri Paesi produttori. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini: “Ci aspettiamo politiche pro-commercio che spingano alle aperture e non atteggiamenti improntati alla paura e alle restrizioni”.
“Le difficoltà di mercato e il rallentamento dei consumi sono evidenti. Ma ci sono solo due strade per affrontarli: rilanciare oppure abbandonare il campo. Alcuni sono per gettare la spugna, uscire dal settore rottamando i vigneti ed essere assistiti in questo percorso con fondi pubblici. Noi siamo per rilanciare la sfida privilegiando chi vuole fare impresa rispetto a chi ha come prospettiva solo il prepensionamento”. È il messaggio forte che il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, lancerà domani a Roma all’assemblea dell’associazione che con i suoi 800 soci rappresenta circa l’85% dell’export di vino italiano.
All’Unione italiana vini sono convinti che il vino italiano si stia adattando ai mutati stili di consumo molto meglio di altri Paesi produttori, ma serve fare di più evitando di cedere a chimere assistenzialiste che penalizzano lo sviluppo.
Gli imprenditori del vino sono contrari all’ipotesi di espianti di vigneti finanziati da risorse pubbliche come avvenuto di recente in Francia e ora richiesto anche in Italia. “Una prospettiva – ha aggiunto Frescobaldi – legata a una visione sorpassata che non porta sviluppo ma solo arretramento. L’Italia è l’unico Paese che, senza stravolgere il proprio portafoglio clienti, ha visto uno straordinario cambio del mix dell’offerta, con lo spumante che è passato in dieci anni da una quota del 7% della produzione totale al 25% di oggi”.
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Fonte: Il Sole 24 Ore