Il settore pere è in grave difficolta, ma una sala gremita di tecnici, agricoltori e operatori conferma che c’è la volontà di superare i problemi e rilanciare il comparto. Il 13 giugno 2024 presso la Fondazione Navarra a Ferrara il CSO ha co-organizzato l’incontro “La pericoltura tra difficoltà e nuove prospettive”.
Coordinato da Paolo Bruni, presidente del CSO, il convegno è servito per fare il punto sulle difficoltà degli ultimi 5 anni. “Fra cimice, maculatura, siccità, gelate, alluvione, trombe d’aria, mancanza di principi attivi, gli agricoltori vivono ogni giorno una guerra, ma inermi – ha esordito Bruni – Per tornare a produrre occorrono ricerca scientifica e organizzazione. Per lo meno, il comparto pere negli ultimi anni ha fatto molto sul fronte organizzativo, attraverso la sinergia pubblico-privato”.
[…]
Elisa Macchi, direttrice del CSO, ha fornito alcuni numeri. “Da una resa di 24 tonnellate per ettaro nel 2018, si è giunti a livelli minimi di 6 tonnellate. In media, il crollo da allora è di un 50% almeno. Ciò ha comportato, nel 2023, non solo il mancato reddito per le coltivazioni di pera Abate, ma una perdita annuale media di 13mila euro l’anno/ettaro, a causa dei costi fissi. La conseguenza è che si abbattono i frutteti, con un calo del 33% delle superfici (da 27mila a 17mila ettari in 13 anni). In Emilia Romagna la flessione è stata del 38%”.
[…]
Mauro Grossi, presidente Consorzio della pera dell’Emilia Romagna Igp, ha ricordato che Belgio e Paesi Bassi sono i due competitor maggiori. In passato, la perdita dei mercati di Russia e Libia ha riversato nel mercato europeo forti quantità. “Oggi abbiamo 4000 ettari di prodotto certificato. Esiste il rischio che il consumatore perda l’abitudine all’acquisto. Servono sostegni per la ricerca e la promozione”.
[…]
Fonte: FreshPlaza.it
Crediti foto: FreshPlaza