Il mais italiano registra un ulteriore anno di crisi: mentre a livello internazionale la produzione di granella è aumentata, proiettando le riserve mondiali su livelli record, nel 2016 l’Italia è arretrata ancora una volta, con circa 650mila ettari seminati a mais (-10% sul 2015, anno in cui già si era registrato un -16%), per una produzione nazionale scesa a circa 6,6 milioni di tonnellate (-7% sul 2015), per un tasso di autosufficienza nazionale sceso al di sotto del 60% aprendo la strada alle massicce importazioni di granella dall’Est Europa, Ucraina in primis. È questo lo scenario tratteggiato a Bergamo, in occasione della Giornata del mais 2017 organizzata dal Crea-Unità di ricerca per la maiscoltura, e a cui hanno preso parte i principali protagonisti della filiera maidicola tricolore.
Questa crisi dei cerealicoli rappresenta una potenziale minaccia per le filiere DOP zootecniche, in quanto potrebbe ostacolare il reperimento di alimenti prodotti negli areali di origine come richiesto dai disciplinari di Formaggi e Prodotti a base di carne a denominazione: “L’arretramento della produzione nazionale di mais – ha osservato Giulio Usai di Assalzoo (Associazione tra i produttori di alimenti zootecnici) – mette a rischio anche le nostre produzioni DOP, i cui disciplinari prevedono elevate percentuali di alimenti prodotti in loco. Ecco perché l’inserimento del mais nel Piano nazionale cereali è indispensabile”.
Fonte: Agronotizie.it