Ieri la Regione ha accolto le richieste del Consorzio di tutela Prosecco DOP: saranno assegnati 1.200 nuovi ettari tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia nel 2018. La DOP cresce ancora, dunque, favorendo però i produttori biologici, quelli con meno di 40 anni, e quelli che mantengono accanto ai vigneti anche alberature e siepi in misura non inferiore al 5% della superficie oggetto di ampliamento. Il provvedimento sarà poi riproposto per le annate 2019 e 2020, quando la superficie totale della DOP si estenderà quindi su 26.850 ettari (circa il 60% di questi sarà in provincia di Treviso).
La Regione ha approvato un ampliamento che il Consorzio aveva già deliberato nei mesi scorsi, la novità è che ha accolto la richiesta di maggiore sostenibilità ambientale che proprio i vertici del sistema prosecco avevano proposto alla base. Ieri il Consorzio ha fatto notare come non si tratti, nel caso dei 1.200 nuovi ettari, di impianti completamente nuovi. «Nessuna invasione di nuovi vigneti» assicurano i vertici del Consorzio, «perché molti di quei 1.200 ettari sono già a dimora, soltanto che si tratta di uve che non potevano essere rivendicati a DOP ma soltanto a Glera». La superficie sarà distribuita in modo proporzionale tra Veneto (978 ettari) e Friuli-Venezia Giulia (222).
Non soltanto saranno favoriti gli imprenditori giovani e “bio”, ma anche le aziende agricole esistenti da almeno due anni, e saranno assegnati al massimo tre ettari per ogni azienda. La sfida ecologista del Consorzio ha incontrato il favore della Regione: «Abbiamo accolto la domanda del Consorzio sposandone la politica di aumento controllato» spiega infatti l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, «con l’attenzione a favorire in particolare le micro imprese e la permanenza dei giovani in agricoltura. I criteri di punteggio nel bando per l’assegnazione delle superfici incrementali avvantaggeranno chi non ha grandi superfici sulle quali espandere i vigneti di Glera e cerca di farli certificare come DOP. In questo modo consentiremo ai giovani viticoltori e alle imprese che stanno ancora crescendo di rafforzarsi sul mercato, senza mettere a rischio i delicati equilibri di mercato che regolano l’economia della produzione DOP del vino più conosciuto e venduto al mondo».
Fonte: La Tribuna di Treviso