Italia Oggi
Subito etichette chiare, poi nuovi incentivi e stretta ai deodorati. Il commissario UE all’agricoltura, Dacian Ciolos, ha proposte un piano d’azione a tappe per il settore. Bottiglie d’olio d’oliva mai senza etichetta, neanche al ristorante, con caratteri leggibili e non a grandezza variabile, stretta sui parametri di qualità, possibilità di promozione attraverso l’origine nazionale dei prodotti nei mercati dei paesi terzi, nuove risorse attraverso sottoprogrammi dello sviluppo rurale dedicati al settore. Ecco il piano di azione per l’olio d’oliva, illustrato ieri in anteprima dal commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos ai ministri degli otto paesi principali produttori dell’Ue, tra cui l’Italia.
Il commissario già oggi presenterà il documento, che individua cinque assi l’Italia. Il commissario già oggi presenterà il documento, che individua cinque assi per un intervento strutturale nel settore, al Comitato di gestione. Una volta discusso con gli Stati membri le misure potranno trovare applicazione nel giro di qualche settimana, o essere incluse nelle regole allo studio sulla promozione, da presentare entro la fine dell’anno, altre ancora potranno trovare posto nella riforma della Pac (Ocm unica). «Molto soddisfatto» si è detto il ministro alle politiche agricole, Mario Catania, «perché è stata sposata la lettura della crisi del settore che abbiamo sempre dato, anche la Commissione ritiene che il mercato non remunera sufficientemente la qualità, che l’ammasso privato abbia efficacia limitata ma che l’estirpazione non possa essere la risposta». L’esecutivo infatti non ritiene di dover procedere a incentivi all’estirpazione degli oliveti estensivi, per motivi di carattere ambientale e perché si andrebbero a colpire i meno produttivi, con impatto ridotto sulla produzione eccedentaria. Il piano di Ciolos prevede inoltre un giro di vite sulle frodi, con la revisione di parametri come gli alchilesteri, utilizzati per mascherare la bassa qualità dell’olio, a livello internazionale. Le sanzioni e i controlli da questo punto di vista sono però compito degli Stati membri. Secondo il piano, il settore potrà ricevere risorse per la ristrutturazione anche attraverso sottoprogrammi dello sviluppo rurale, e godere di misure incentivanti per l’aggregazione dei produttori.