Gazzetta del Mezzogiorno
In una lettera inviata all’assessore regionale della Puglia alle Risorse agroalimentari della Puglia, Fabrizio Nardoni, l’onorevole Giuseppe L’Abbate e la senatrice Daniela Donno, entrambi del movimento 5 stelle, rispettivamente componenti delle commissioni Agricoltura di Camera e Senato, si rifanno all’allarme, lanciato dal presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia Cesare Veronico e da Legambiente, «sulla possibile scomparsa delle coltivazioni di simeto, appulo, arcangelo e duilio, ovvero le quattro varietà autoctone di grano duro che hanno permesso al pane di Altamura di ottenere il marchio DOP (denominazione di orgine protetta)». Un marchio di qualità tanto perseguito nei primi anni`90
dalle comunità del territorio murgiano, è diventato veicolo per lanciare una delle tipicità che caratterizzano l’economia basata su una filiera agroalimentare di grande interesse. Una filiera alla quale appartengono altre specie a rischio, ricordano i deputato pentastellati come «il cece nero di Cassano delle Murge, la lenticchia gigante di Altamura, il cece rosso di Gravina di Puglia, la cicerchia dell’Alta Murgia. In Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati ci siamo battuti ricordano L’Abbate e Donno – per l’approvazione di una risoluzione sul cosiddetto “pacchetto semen ti” in discussione presso le competenti Istituzioni europee.