Il sistema di anticontraffazione del Poligrafico e Zecca dello Stato a tutela e promozione della qualità made in Italy
Riconoscere un prodotto contraffatto richiede lo svolgimento di ispezioni, confronti o perizie tecniche sul bene. Per ottenere la prova che un prodotto sia effettivamente autentico non è possibile, quindi, prescindere da una o più verifiche delle sue principali caratteristiche tra cui l’aspetto esteriore, l’etichettatura, le proprietà chimico-fisiche, etc… Per tale ragione nei settori più sensibili ed esposti alle diverse forme di frode, sia le Istituzioni che la Filiera adottano specifici sistemi di controllo sui prodotti basati principalmente sull’utilizzo di strumenti e metodi di anticontraffazione. Tali sistemi, eterogenei a seconda degli obiettivi e della tipologia di prodotto, hanno come caratteristica primaria l’utilizzo di un marcatore fisico di varia natura che, se associato al bene da tutelare, ne legittima la circolazione in quanto consente la distinzione tra una produzione autentica ed una contraffatta. I marcatori fisici, infatti, permettono sia di identificare la merce sia di rendere evidenti manomissioni e alterazioni proteggendola lungo tutta la catena di distribuzione fino al consumatore.
Uno dei settori più colpiti nel nostro Paese riguarda la Dop economy, in cui la contraffazione non solo rallenta la crescita economica delle aziende e del Paese ma nuoce all’intera società, in primis aumentando i rischi per la sicurezza e la salute dei consumatori, oltre a violare i diritti di proprietà intellettuale connessi ai prodotti falsificati. È fondamentale pertanto in tale comparto, determinante per l’economia nazionale, l’introduzione e la diffusione di sistemi di protezione e tutela dalla contraffazione. Questi ultimi, mediante l’impiego di marcatori fisici uniti indissolubilmente alle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane, possono rappresentare una soluzione vincente al fine di assicurarne l’identificazione, la tutela e la tracciabilità in modo sicuro e distintivo.
Proprio in questo ambito, il contrassegno di Stato per vini a denominazione realizzato dal Poligrafico è tra gli esempi più virtuosi di metodi di anticontraffazione basati sull’utilizzo di marcatori e tutela il settore vitivinicolo di qualità da oltre dieci anni. I contrassegni per vini a DOCG e DOC, realizzati con sistemi di sicurezza sempre più evoluti e apposti su ciascuna bottiglia, identificano univocamente il prodotto e rafforzano le garanzie offerte ai consumatori e a tutta la filiera. Con oltre 1,6 miliardi di contrassegni prodotti all’anno, il sistema di tracciabilità italiano dei vini a denominazione ne garantisce l’autenticità e la rintracciabilità. Le adesioni a questo sistema sono particolarmente incoraggianti e per di più in continua crescita: basti pensare che durante lo scorso anno, ovvero in un periodo in cui l’economia è stata particolarmente colpita dall’emergenza pandemica, si è registrato un incremento delle richieste di contrassegni rispetto all’anno precedente pari al 4%, mentre nel 2019 l’aumento si è attestato sul 12% rispetto al 2018, come evidenziato.
I contrassegni vini, o anche “fascette”, sono stampati dal Poligrafico mediante l’utilizzo di tecnologie evolute, un sistema di gestione certificato ISO 14298 per la stampa di sicurezza e l’impiego di sofisticati elementi di sicurezza a tutela del prodotto dalle diverse forme di contraffazione. Il supporto del contrassegno è realizzato con l’uso della filigrana all’interno della carta che, oltre a rappresentare un simbolo di qualità, è soprattutto un forte deterrente alla contraffazione. Ulteriori elementi di sicurezza quali fibrille, inchiostri fluorescenti, guilloche e microtesti contraddistinguono il contrassegno come marcatore fisico ad elevato livello di sicurezza. Completa la soluzione un sistema di codifica univoco per ogni contrassegno caratterizzato da un codice seriale che consente la tracciatura della singola bottiglia, un codice alfanumerico che in associazione con il seriale permette di verificare la correttezza dei dati del contrassegno stesso e un codice a barre bidimensionale per la lettura automatizzata tramite l’App gratuita Trust Your Wine®. Quest’ultima, progettata e realizzata dal Poligrafico, è lo strumento ufficiale per interrogare il sistema informativo del contrassegno di Stato: leggendo il codice univoco stampato sulla fascetta, è possibile verificare l’autenticità dei codici, visualizzare le informazioni di rintracciabilità relative alla bottiglia di vino – alcune delle quali riportate in etichetta come cantina e anno di produzione, altre aggiuntive come il numero di certificato del lotto – e rafforzare il legame di fiducia tra consumatore e produttore/prodotto. Inoltre, l’App dedicata al contrassegno vini è stata recentemente arricchita con il collegamento Qualigeo che consente di visualizzare informazioni e contenuti multimediali, relativi all’associazione univoca tra il contrassegno e la singola bottiglia, organizzati in: testi descrittivi, immagini, cartografie, dati e statistiche, news, riferimenti normativi, disciplinare, riferimenti organismi associati, canali social, etc… Tutti gli elementi di anticontraffazione e tracciabilità, visibili e invisibili, previsti dal Poligrafico per la realizzazione di tale soluzione dedicata alla tutela del settore Vino, sono fondamentali al fine di garantire tre fondamentali benefici per il prodotto oltre che per il consumatore stesso:
- identificazione univoca di ogni esemplare al fine di consentirne la rintracciabilità e valorizzare la filiera produttiva;
- sicurezza e antimanomissione in quanto elemento di deterrenza ai tentativi di clonazione e di usi impropri del prodotto;
- comunicazione per il consumatore che, attraverso la lettura automatizzata del barcode con l’app Trust your Wine®, può interagire con le informazioni di approfondimento fornite dagli operatori della filiera.
Sebbene le due funzioni di identificazione univoca del prodotto e di comunicazione interattiva con la filiera possano sembrare a maggior valore per un consumatore attento e consapevole, è necessario ribadire che un efficace modello di anticontraffazione e tracciabilità non può prescindere dall’utilizzo di un valido marcatore fisico, il contrassegno in questo caso. Il solo sistema di codifica, anche se univoco, qualora fosse stampato direttamente sull’etichetta del prodotto non potrebbe fornire una garanzia di sicurezza. Lo stesso numero potrebbe, infatti, essere replicato su innumerevoli etichette consentendo così non solo il moltiplicarsi dei tentativi di frode ma anche l’elusione dei controlli mettendo in serio pericolo la salute dei consumatori.
In aggiunta, i contrassegni del Poligrafico, oltre a rappresentare un valido deterrente contro i tentativi di contraffazione, apportano il beneficio strategico di innalzare immediatamente la riconoscibilità da parte del consumatore al momento dell’acquisto. Infatti, il contrassegno combina in un solo prodotto elementi di sicurezza invisibili – specificamente dedicati ai controlli da parte delle Istituzioni, delle Forze di Polizia e degli enti preposti – a caratteristiche visibili, senza necessità di particolari strumenti, che identificano inequivocabilmente un prodotto di qualità aggiungendo attributi di marketing in grado di conferirgli ulteriore prestigio. Il Poligrafico, peraltro, è costantemente impegnato nella realizzazione di soluzioni sempre più flessibili e vicine alle esigenze della filiera. In questo contesto, nel caso delle fascette vini sono state recentemente ampliate le tipologie e i formati disponibili di contrassegno proprio al fine di adeguarsi all’eterogeneità dei processi produttivi. Infine, è stata avviata di recente l’iniziativa “From Poligrafico to Farm” progettata dal Poligrafico per poter instaurare un rapporto diretto con la filiera al fine di fornire informazione e supporto alle aziende su tutti i temi riguardanti il contrassegno di Stato. L’obiettivo è quello di individuare le esigenze del produttore, migliorare sempre più il servizio reso e diffondere una conoscenza approfondita del sistema di tracciabilità e anticontraffazione connesso al contrassegno. L’obiettivo del metodo di anticontraffazione esposto resta quindi quello di valorizzare al massimo il patrimonio alimentare italiano e le sue eccellenze attraverso la tracciabilità, la protezione del prodotto, la difesa del marchio e il coinvolgimento di tutti gli attori interessati. Per questo motivo, soprattutto nell’attuale contesto di programmazione di ripresa economica post-pandemia, è altresì auspicabile l’adozione di tale modello in tutto il settore delle Indicazioni Geografiche italiane.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2021_02