É stata la Valpolicella, terra dell’Amarone della Valpolicella DOP, la prima delle 10 «tappe» del 3° Incontro mondiale dell’International Terraced Landscapes (Itla), che si sta svolgendo (fino al 15 ottobre) in Italia, organizzato dalla Regione Veneto con l’Università di Padova, l’International Terraced Landscape Association e l’Università luav di Venezia dopo le edizioni cinese (Mengzi 2010) e peruviana (Cusco 2014). I convegni tematici che si svolgono durante l’Incontro mondiale Itla sono finalizzati a raccogliere le idee degli esperti e degli attori che a vario titolo lavorano sui territorio per approdare a un documento finale, un manifesto, da presentare al ministro Martina. Un documento in cui verranno individuate le aree di intervento sui paesaggi terrazzati italiani e i soggetti che potrebbero portare un contributo.
«Stiamo lavorando contemporaneamente su due fronti», ha spiegato Olga Bussinello, direttore del Consorzio tutela Vini Valpolicella, nel suo intervento all’incontro internazionale «Il paesaggio della Valpolicella un patrimonio di eccellenza da conoscere e custodire» durante l’incontro che si è tenuto a Villa Spinosa a Negrar. «In primo luogo – ha detto Bussinello – stiamo perfezionando la pratica di riconoscimento di “Paesaggio rurale di interesse storico”, ha detto. Il nostro territorio di produzione conserva evidenti testimonianze della propria origine e storia che hanno un ruolo nella società e nell’economia.
Sul fronte operativo, invece, lavoriamo da tempo sulla sostenibilità ambientale, con il protocollo di certificazione di prodotto volontaria “Riduci Risparmia Rispetta” (Rrr) che contempla non solo gli aspetti di conduzione agronomica, la biodiversità vegetale e animale, anche nel terreno, ma anche il rispetto della conformazione esistente del paesaggio e, quindi, la manutenzione degli elementi che lo disegnano, conce appunto le marogne». Ma non solo. «Si tratta – ha proseguito – di una certificazione di area che considera il processo produttivo a tutto tondo: l’ambiente e le risorse, tra cui il paesaggio, e la tutela degli abitanti. Dall’annata 2016, dopo cinque anni di applicazione sul territorio, il protocollo è stato certificato: superato il controllo di un organismo terzo, il marchio “Rrr” potrà essere apposto sulle bottiglie», ha concluso.
Fonte: L’Arena