Dall’avvio, nel 2017, sono aumentati gli ettari coltivati e le produzioni, che oggi sfiorano le 20.000 tonnellate.
La prima conferma viene dai numeri: «Il progetto della Patata di Bologna DOP ha registrato una continua crescita a partire dal 2017, anno in cui il Consorzio ha cominciato a sviluppare la sua attività di valorizzazione e promozione della DOP. Nel corso degli anni sono progressivamente aumentati gli ettari coltivati, passando dagli iniziali 301 ai 506 ettari del 2021. Parallelamente sono cresciute le produzioni, sfiorando nello stesso periodo le 20.000 tonnellate». A parlare è Davide Martelli, presidente Consorzio Patata di Tutela Bologna DOP.
Un brand che, «in termini di mercato e di consumo, ha registrato un progressivo apprezzamento, essendo stata inserita regolarmente nelle più importanti catene distributive nazionali», precisa. «Purtroppo, nel 2022, questo percorso virtuoso ha subito una battuta di arresto a causa di alcuni fattori causati dal cambiamento climatico, che hanno determinato forti riduzioni della produzione designabile come DOP», aggiunge. «A causa della siccità e degli attacchi di diversi patogeni, infatti, abbiamo registrato una riduzione del 37% della produzione, in una situazione che più in generale ha riguardato l’intero settore pataticolo nazionale». Come avete affrontato quest’imprevisto? «Il Consorzio si è adoperato insieme ai propri soci su diversi fronti per reagire alle difficoltà. Innanzitutto, abbiamo cercato di indicare alle aziende di mantenere un livello di prezzo tale da riuscire a compensare almeno le minori produzioni dei nostri produttori e gli aumenti dei costi registrati a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prima e dell’energia. In secondo luogo, si è fatto promotore nei confronti delle istituzioni, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, affinché fosse riconosciuta la gravità e l’eccezionalità della situazione, richiedendo la realizzazione iniziative in grado di supportare la produzione. Puntiamo al rilancio del percorso di crescita intrapreso finora già a partire dalla prossima campagna produttiva».
Ci può illustrare il progetto “Primura Experience” e come lo state realizzando? «Primura Experience riassume la strategia di valorizzazione della Patata di Bologna DOP nel futuro. Cardine del progetto sono i tre elementi che rendono unica e distintiva la Patata di Bologna DOP nel panorama nazionale: anzitutto è la prima Patata DOP italiana riconosciuta all’interno dell’Unione Europea; si basa sull’unica varietà Primura, varietà tradizionale che si produce sul territorio Bolognese da oltre 90 anni; in terzo luogo viene valorizzata dal Consorzio di Tutela e valorizzazione, che comprende circa 90 aziende agricole da sempre dedicate alla produzione di Primura. Il progetto Primura Experience rappresenta la nuova modalità di interagire e comunicare ai consumatori i valori della Patata di Bologna DOP, direttamente all’interno dei luoghi di acquisto e di consumo. Siamo partiti coinvolgendo un ampio numero di punti vendita della rete Coop Alleanza 3.0, nei prossimi anni continueremo a farlo coinvolgendo altre insegne e catene distributive italiane».
[…]
Fonte: Quotidiano Nazionale – Economia e Lavoro