Direttore Matthias Messner, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese dello Speck Alto Adige IGP la crisi del COVID-19?
“Storicamente lo Speck Alto Adige IGP è molto legato al turismo, che non c’è stato come conseguenza del lockdown. Tanti piccoli e medi produttori, forniscono quasi esclusivamente la gastronomia o fanno vendita diretta. Sono loro i più colpiti da questa crisi, invece i grandi che operano prevalentemente con la GDO, hanno continuato a lavorare registrando anche segnali positivi. In questi mesi abbiamo avuto difficoltà commerciali legate all’impossibilità di svolgere le attività tradizionali come incontrarci presso le fiere, o svolgere trattative per inserire un nuovo prodotto in una catena o cambiare fornitore. A questi si aggiunge una forte instabilità dei prezzi delle materie prime registrata negli ultimi tempi, che per un prodotto stagionato per almeno 22 settimane comporta costi molto più elevati in entrata, che poi ricadono sul cliente, sulla GDO o anche sul ristoratore. Per quanto riguarda la logistica, i nostri produttori e tutti i dipendenti sono riusciti a lavorare anche in questo periodo ed hanno permesso di mantenere le linee di produzione, adeguando i turni di lavoro alle nuove disposizioni”.
Quale sarà l’attività che il Consorzio pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato?
“Subito il Consorzio ha introdotto un sistema informatico, acquistando dati di mercato che trasmettevamo settimanalmente ai nostri produttori. Da metà marzo abbiamo favorito la possibilità di consegna a domicilio, prima sul territorio, poi abbiamo attivato l’e-commerce su altre regioni d’Italia. Sui social abbiamo dato il via ad una campagna di raccolta fondi #speckchallenge “Come gusti lo Speck Alto Adige IGP”. Le persone potevano inviare delle foto, facendo vedere come utilizzavano lo Speck Alto Adige IGP e per ogni post pubblicato il Consorzio ha donato dieci euro per “Alto Adige aiuti”. L’attività si è conclusa a fine aprile, abbiamo ricevuto oltre 250 post”.
Quale sarà l’azione che il Consorzio pensa di mettere in atto per comunicare e informare il consumatore?
“Il rilancio noi lo vediamo attraverso attività di comunicazione che stiamo studiando, ma al momento ci concentriamo ancora sull’on-line, poi gradualmente torneremo di nuovo anche su altri canali. Come abbiamo sempre fatto continuiamo a fare comunicazione non da soli ma con gli altri prodotti di qualità della Provincia di Bolzano, che ha già stanziato fondi per le nuove campagne promozionali”.
Quale opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Di sicuro l’e-commerce è qualcosa che resterà, ma che dobbiamo migliorare come sistema. Noi lo consigliamo a tanti piccoli e medi produttori, magari appoggiandosi a un’azienda specializzata nel settore È necessario capire meglio come poter comunicare direttamente con i consumatori, facendo presente che siamo operativi, che possiamo vendere il prodotto. Poi dovremmo vedere cosa ci portano Roma e Bruxelles”.
Quale attività possono organizzare le imprese e il Consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Purtroppo alcuni Paesi dell’Unione Europea stanno facendo accordi bilaterali per la riapertura delle frontiere; la Germania ad esempio ha dichiarato che ripartirà il turismo verso l’Austria, ma non verso l’Italia. Questo è molto grave, danneggia non solo il turismo, ma anche noi come prodotti di qualità. Così l’Austria ha il vantaggio di poter già promuovere le prenotazioni, mentre noi come Alto Adige e come Italia, dobbiamo restare fermi. Ci auguriamo che venga trovata una soluzione europea che valga per tutti i Paesi dell’Europa”.
Fonte: Consortium 2020_02