Continua il trend in crescita per il Prosecco DOP che chiude il primo quadrimestre del 2017 con un andamento positivo sia nel mercato interno che per quanto riguarda l’export. Luca Giavi, come direttore del Consorzio di tutela Prosecco DOC , ha assistito e contribuito alla crescita mondiale di una denominazione che corre dietro a una domanda forte sia sul mercato italiano che all’estero.
Come stanno andando i mercati esteri?
“Nei mercati stranieri la crescita è continua, anche se non sono più le performance straordinarie di alcuni anni fa, sono comunque numeri molto importanti. La percentuale si riduce, ma gli aumenti sono significativi e alcuni mercati sono ancora a due cifre, come ad esempio gli Stati Uniti. La Cina sta dando segnali molto positivi ma i volumi sono ancora contenuti rispetto a nostri mercati principali che sono Regno Unito, Stati Uniti e Germania. Questi tre Paesi insieme, assorbono circa il 75% del nostro export. L’India è un mercato che non abbiamo ancora studiato, mentre abbiamo segnali importanti dal mercato Russo”.
Quali sono i prossimi obiettivi del Consorzio di tutela?
“Oggi il nostro obiettivo è far apprezzare il vino attraverso il territorio che lo esprime. Questo è il lavoro che stiamo facendo come Consorzio. Vogliamo far passare il messaggio che il termine Prosecco designa un territorio, un’area geografica e non un vitigno (la glera). Come denominazione, dal territorio riceviamo molto e non possiamo rimanere insensibili alle istanze che proprio da questo territorio emergono. Oggi la sostenibilità è un tema imprescindibile per dare risposte a un sentimento delle popolazioni che vivono i nostri territori, oltretutto la sostenibilità è necessaria anche per affrontare alcuni mercati”.
La sostenibilità quindi come priorità, che tempi ci sono per poterla attuare?
“Per noi è un percorso tutto da costruire – aggiunge Giavi – in questo ambito ci sono sensibilità eterogenee. Purtroppo certi problemi si affrontano solo quando arriva una sollecitazione dall’esterno a sottolineare una criticità del sistema produttivo. Invece è il sistema produttivo stesso che dovrebbe essere in grado di comprendere i problemi e risolverli senza far sì che la sollecitazione venga strumentalizzata dalla politica o ingigantita da polemiche spesso prive di fondamento, fenomeno ormai ricorrente sui social dove si assiste sempre più frequentemente a campagne di attacco incontrollabili.”
Si sentono opinioni molto diverse sul così detto “bio per tutti”, è una strada percorribile per una D.O. come il Prosecco?
“Sul tema della sostenibilità dobbiamo impegnarci molto – conclude il direttore Giavi – ma senza avere atteggiamenti intransigenti, ci vuole capacità di ascolto e impegno, deve essere un discorso reciproco, nessuno deve dettare la linea. Non credo che in una denominazione come la nostra, la soluzione biologica, il così detto “bio per tutti”, possa essere la soluzione definitiva. Stiamo cercando di percorrere strade intermedie per portare ad una certificazione di sostenibilità dell’intera denominazione. Sostenibilità ambientale, sociale ma anche economica, perché le aziende devono poter sopravvivere, pur adeguandosi e rispettando le esigenze del territorio”.
Fonte: Fondazione Qualivita