Progetti e attività del Consorzio Olio Cartoceto messe in campo per affrontare le sfide del settore nell’intervista del Presidente Francesco Baldarelli
Il Consorzio di tutela della dop Cartoceto, che raggruppa 33 produttori su una superficie coltivata a olive per la DOP di circa 3000 ettari, rappresenta un’eccellenza nel panorama olivicolo marchigiano. Una piccola realtà, in un territorio ben definito in provincia di Pesaro e Urbino, che è riuscita a ottenere il riconoscimento dop nel 2004, attestando la qualità, l’unicità del suo olio extravergine d’oliva ed il legame indissolubile tra le caratteristiche intrinseche del prodotto stesso e l’ambiente geografico.
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Nell’ottica di un costante miglioramento e di una sempre maggiore valorizzazione del prodotto, il Consorzio di tutela ha organizzato l’11 e 12 dicembre 2024 l’importante corso di formazione “Oliveti condotti in biologico: dalla certificazione al mercato passando dalle tecniche di campo”.
Per comprendere meglio l’importanza di questo corso e le prospettive future del Consorzio, abbiamo intervistato il suo presidente Francesco Baldarelli.
Presidente, quali sono le motivazioni che hanno portato il Consorzio di tutela a organizzare il corso di formazione?
L’idea è nata dalla volontà di valorizzare sempre di più la nostra produzione biologica, che rappresenta ormai circa il 90% del totale. Il nostro territorio, quello della dop Cartoceto, di fatto è un vero e proprio distretto dell’olio extravergine di oliva, dove l’agricoltura biologica è diventata una pratica diffusa. Abbiamo voluto creare un momento di confronto e di approfondimento per i nostri produttori, per aiutarli a migliorare le competenze e a gestire al meglio gli oliveti in regime biologico.
Uno degli aspetti che abbiamo particolarmente approfondito durante il corso ha riguardato la potatura che è un’operazione fondamentale per la salute e la produttività dell’olivo. In regime biologico, la potatura deve essere eseguita con tecniche specifiche, che rispettino l’equilibrio dell’ecosistema e favoriscano la biodiversità. Durante il corso, i partecipanti hanno potuto apprendere le tecniche di potatura più adatte alle diverse varietà di olivo e le tempistiche ottimali per l’intervento.
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Fonte: L’informatore Agrario