In un anno il Consorzio di tutela Grana Padano ha comminato 22 sanzioni di varie entità.
Tra le numerose attività di vigilanza svolte negli anni dal Consorzio di tutela del Grana Padano, rivestono particolare importanza quelle che riguardano la filiera produttiva nelle fasi successive alla marchiatura del prodotto, estese dai magazzini di stagionatura ai confezionatori e alla grande distribuzione.
“Siamo credibili nei controlli sui prodotti al punto vendita se usiamo lo stesso rigore nei confronti di chi produce il formaggio Dop più consumato nel mondo – spiega il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni -. Quindi rintracciabilità, stagionatura, grattugia e confezionamento sono fasi nelle quali mettiamo lo stesso rigore dedicato alla commercializzazione e che insieme garantiscono tutela ai consumatori, soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui il fenomeno dell’italian sounding si manifesta in modo sempre più insidioso tra gli scaffali dei punti vendita. Il consumatore deve sentirsi rassicurato circa l’autenticità e la genuinità del nostro prodotto ed al contempo deve essere tutelato da condotte comparative o evocative che potrebbero indurlo a scegliere un prodotto che, in presenza di una corretta informazione, verosimilmente non acquisterebbe. È per questo che il servizio di vigilanza consortile incrementa i controlli con metodologie, tecniche e strumenti aggiornati per rendere sempre più capillare ed efficace la sua attività, a stretto e costante contatto con istituzioni e forze dell’ordine”.
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Le attività ispettive condotte nelle altre aree di intervento, anche nelle ore notturne o nei giorni festivi, hanno invece evidenziato un contesto di generale linearità e conformità. Tra queste si evidenziano i sopralluoghi svolti in prossimità dei caseifici con l’obiettivo di individuare e contrastare il possibile impiego di latte estero oppure presso i confezionatori per verificare che le operazioni di grattugia avvengano nel rispetto del calendario delle lavorazioni preventivamente comunicato all’ente di certificazione (CSQA Certificazioni) che è l’organismo preposto ad assistere alla totalità di tali operazioni.
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Fonte: L’Informatore Zootecnico