Per il grande distretto dei Vini d’Abruzzo è tempo di proteggere le produzioni e di blindare un futuro di crescita controllata.
Per la prima volta, il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo ha scelto di introdurre dei meccanismi di regolamentazione inediti per questo territorio chiedendo alla Regione di disciplinare l’iscrizione nello schedario dei nuovi impianti viticoli per il Montepulciano d’Abruzzo DOP e per altre IGP con specificazione da vitigno Pecorino e di disporre, contemporaneamente, il blocage del 20% di Montepulciano d’Abruzzo DOP rivendicato nell’annata 2022, a eccezione del vino biologico.
Sui circa 33mila ettari vitati, sono circa 18mila gli ettari interessati mentre saranno escluse dal blocage le cantine che imbottigliano tutta la loro produzione.
L’andamento delle vendite estere (che pesano per il 70% di un imbottigliato intorno ai 130 milioni di bottiglie) ha segnato lo scorso anno un +10% in valore con un prezzo medio cresciuto di oltre il 7% (dati Osservatorio permanente Wine monitor Nomisma) e un mercato interno che ha visto calare la Gdo e risalire l’Horeca.
Tuttavia, bisogna fare i conti una perdita dei volumi venduti e con l’aumento delle giacenze (soprattutto nel Teatino), dopo la vendemmia 2022. Di qui la decisione del comitato tecnico e l’ok dell’assemblea dei soci alle misure.
“Lo stoccaggio dei vini” spiega il presidente Alessandro Nicodemi “servirà a gestire il prodotto disponibile. I possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino ci impongono di intervenire al più presto per far sì che il rapporto domanda-offerta sia più equilibrato”.
L’obiettivo del Consorzio è il consolidamento del valore delle Dop e del posizionamento di mercato, soprattutto del Montepulciano.
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Fonte: Gambero Rosso