Il Consorzio Prosciutto di Norcia IGP si affida a due enti distinti per assicurare la protezione e la trasparenza della sua produzione: l’Organismo di Certificazione, un soggetto esterno incaricato, e la Vigilanza.
Non tutti i prosciutti sono uguali, e il Prosciutto di Norcia IGP lo dimostra con caratteristiche inconfondibili che lo rendono unico. Ha origine in Valnerina, alle pendici dei monti Sibillini, in un territorio che comprende i comuni di Norcia, Preci, Cascia, Monteleone di Spoleto e Poggiodomo, tutti situati a un’altitudine superiore ai 500 metri sul livello del mare.
Riconoscibile per la sua inconfondibile forma a pera, il Prosciutto di Norcia IGP si ottiene da suini pesanti, seguendo un processo produttivo che combina tradizione e artigianalità. La sua lavorazione prevede la fase della salatura con sale e spezie e la sugnatura che è seguita da una lunga stagionatura di almeno 12 mesi. Ogni fase rispetta un disciplinare rigoroso che esalta il sapore e le caratteristiche del prodotto.
Alla fine del processo, il Prosciutto di Norcia IGP viene marchiato a fuoco, il marchio è il simbolo di autenticità e garanzia, certifica il rispetto delle regole di produzione e la qualità del prodotto, offrendo al consumatore la certezza di scegliere un’eccellenza.
Per assicurare il massimo grado di protezione e trasparenza, il Consorzio di Tutela del Prosciutto di Norcia IGP si affida a due enti distinti: l’Organismo di Certificazione, un soggetto esterno incaricato di verificare la fase di marchiatura a fuoco e la trasformazione del prodotto, e la Vigilanza, responsabile del controllo della commercializzazione su tutti i canali, inclusi e-commerce, GDO e punti vendita al dettaglio. Questo sistema a due livelli salvaguarda il marchio IGP, prevenendo abusi e irregolarità.
«Riconoscibilità e tutela sono due elementi inscindibili – sottolinea Pietro Bellini, Presidente del Consorzio – L’attività di vigilanza è fondamentale per salvaguardare la denominazione. Un sistema di controllo efficace avvantaggia l’intero comparto produttivo e, soprattutto, il consumatore finale».