Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP in giro per le scuole della Sardegna per fare formazione agli studenti raccontando la storia del prodotto e le finalità dell’ente di tutela e promozione
“Sapevate che i legionari romani oltre al pane e alla zuppa avevano un pezzo di pecorino, esattamente di 27 grammi, nella loro razione quotidiana di cibo? Lo avevano perché quel formaggio, che veniva prodotto da sempre nelle campagne laziali, era una autentica sferzata di energia”. Riccardo Pastore, direttore del Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano presieduto da Gianni Maoddi, nei giorni scorsi ha catturato l`attenzione dei ragazzi e delle ragazze dell`istituto tecnico “Salvator Ruju” di Sassari che ha ospitato nella sua aula magna il terzo incontro della serie organizzata nell`ambito del progetto La Nuova@Scuola. Partner da anni del progetto, il Consorzio sta girando le scuole dell`isola aderenti alla settima edizione per raccontare agli studenti la storia, la tradizione, le finalità di un ente che non si limita a tutelare uno dei formaggi italiani più conosciuti e commercializzati al mondo.
Il Consorzio per la tutela del pecorino romano, costituito nel 1979 da produttori sardi e laziali, è da anni custode della tutela della DOP incaricato dal ministero dell`Agricoltura. “Non è certo un caso se il Pecorino Romano DOP”, ha ancora spiegato il direttore Riccardo Pastore, “è nella top 10 dei migliori prodotti agro alimentari del made in Italy. Gran parte della produzione è destinata all`esportazione. Gli Usa sono gli acquirenti principali ma il formaggio viene esportato ovunque nel mondo e il suo mercato è una delle voci più alte, il 46 per cento, del Pil agrozootecnico della Sardegna”. Il Consorzio ha risposto alle domande dei ragazzi e delle ragazze, spiegando loro il significato del “disciplinare” che regola la produzione del formaggio e il concetto di “filiera” di un prodotto che dà lavoro a migliaia di persone.
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Fonte: La Nuova Sardegna