Numerosi stati membri a fianco dell’Italia concordano 4 nuove importanti indicazioni per rafforzare il ruolo delle DOP IGP in fase di riforma: mantenere le IG alla DG Agri; stabilire requisiti di sosteniblità a carattere volontario; promuovere la creazione e il finanziamento dei Consorzi di Tutela; aggiornare il regolamento sui controlli.
Importanti novità per il sistema europeo delle Indicazioni Geografiche dal Consiglio dei ministri dell’Agricoltura riunito nei giorni scorsi a Bruxelles: gli Stati membri Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Repubblica Ceca (osservatore) rilasciano un documento congiunto per definire i cardini dell’imminente processo di revisione della politica agroalimentare europea della qualità (Cibo, vino, bevande spiritose) e rafforzare i regimi delle indicazioni geografiche (IG).
Quattro i temi principali sui cui i Ministri delle politiche agricole europei si sono espressi: il soggetto che deve realizzare la valutazione finale dei dossier sulle Indicazioni Geografiche (nuovo registrazioni, modifiche discplinari…), l’integrazioni delle filiere IG con i requisiti di sosteniblità stabiliti dal Green Deal europeo, lo sviluppo e il supporto dei Consorzi di Tutela (come già avviene in Italia), l’aggiornamento del regolamento sui controlli (Reg. UE 2017/625).
VALUTAZIONE DOSSIER INDICAZIONI GEOGRAFICHE
I ministri concordano che all’interno del nuovo quadro normativo, la valutazione finale delle IG da parte della Commissioneeuropea deve essere mantenuta presso la DG AGRI, realizzata da esperti di politica agroalimentare, e deve disporre di una componente agronomico-tecnica ed una componente giuridica, mantenendo lo statu quo e senza esternalizzazione ad altre Agenzie o Uffici.
SOSTENIBILITÀ
Risoluzione anche in tema di sostenibilità che secondo i ministri, nel quadro della politica della qualità, deve essere orientata verso la promozione delle IG come importante strumento di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale (occupazione stabile in specifiche aree rurali) economico (attività non delocalizzabili in aree rurali) e ambientale (biodiversità territorio).
In questo conquesto si ritiene che il nuovo quadro normativo non debba imporre un’inclusione obbligatoria di requisiti di sostenibilità nelle specifiche delle IG, ma che questa inclusione dovrebbe avere carattere volontario. Per favorire questo processo è ritenuta fondamentale un’azione di formazione fornita alle associazioni di produttori di IG in merito alla sensibilizzazione dei produttori e ai vantaggi derivanti dagli obiettivi di sostenibilità nelle specifiche filiere IG.
I CONSORZI DI TUTELA
Importante anche la novità in tema di tutela e valorizzazione: i ministri concordano su fatto che sia necessario stabilire misure stringenti all’interno del nuovo quadro normativo per promuovere la creazione di Consorzi di tutela e costruire linee di supporto per il marketing, strategie, formazione, attività di R&S e sorveglianza dell’uso della denominazione protetta nel mercato, al fine di difendere e rafforzare i diritti di proprietà intellettuale connessi alle IG.
REGOLAMENTO SUI CONTROLLI
Fronte comune anche sul fatto che il nuovo quadro normativo delle IG debba includere un riadeguamento della normativa attuale sui controlli ufficiali – Regolamento UE 2017/625 -al fine di tenere conto della specificità delle IG, come è avvenuto per il regolamento sulla produzione biologica.
Fonte: Fondazione Qualivita