Un nuovo testo unico per un agroalimentare IG più competitivo, sostenibile e integrato
Dopo decine di triloghi, tra tecnici e politici, è giunto al termine con l’approvazione del testo unico il percorso di Riforma del settore delle Indicazioni Geografiche. Un risultato non scontato, che ha visto il mondo dei Consorzi di tutela italiani in prima linea per ottenere l’inclusione nel Regolamento di alcuni punti fondamentali. Più flessibilità di gestione, maggiore controllo, più tutela e un passo in avanti anche nella sostenibilità, sono solo alcuni degli elementi della Riforma.
Intervista a Paolo De Castro, Parlamentare europeo Relatore della Riforma. Economista, agronomo e accademico italiano, ha ricoperto numerosi incarichi politici in Italia e in Europa. È presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Qualivita.
On. De Castro, la Riforma è un successo per il sistema?
È un risultato molto importante anche perché viene in una legislatura dove grandi novità per il settore agroalimentare non se ne sono viste e vengono lasciati tanti capitoli ancora aperti, penso ad esempio alla direttiva emissioni, al regolamento sul packaging, a quello sull’utilizzo dei fitofarmaci. Tutti provvedimenti che difficilmente vedranno la luce entro questo mandato politico. Ciò che abbiamo dimostrato con l’accordo sul nuovo Regolamento per le Indicazioni Geografiche è il frutto di più di due anni di lavoro, quattro triloghi politici, venti triloghi tecnici, un percorso arduo che ci ha consentito di determinare un vero e proprio passo avanti nel sostegno e nello sviluppo dell’agroalimentare europeo di qualità.
Qual è stato l’obiettivo di questa Riforma?
Innanzitutto arrivare finalmente a un vero e proprio testo unico della qualità a livello europeo con un regolamento che mette insieme per la prima volta tutte le produzioni IG del mondo del vino e dell’agroalimentare. Il tutto riunito in un’unica base legislativa di riferimento che dà più forza ai Consorzi di tutela, che sono e rimangono il motore delle IG e che avranno vari vantaggi che fino a ora non erano possibili. Penso all’opportunità di gestire la tematica legata al turismo enogastronomico, oltre ad arricchire gli strumenti sulla programmazione produttiva, una delle leve più importanti introdotte dalla legislazione europea e che ha permesso ad esempio al mondo dei formaggi, ma non solo, di gestire l’immissione del prodotto sul mercato e garantire prezzi più remunerativi per gli allevatori.
Il Consorzio sempre più centrale nella Governance?
La Riforma dà maggiore ruolo ai Consorzi, ma soprattutto ne valorizza l’esistenza: saranno infatti favoriti quelli registrati, che in qualche modo sono stati oggetto di una certificazione a livello dei singoli Stati membri. Questa è una fondamentale differenziazione perché vede alcuni Paesi che hanno più tradizione all’interno delle IG, come Francia, Spagna e Italia, avvantaggiati rispetto ad altri. Sarà rafforzata la tutela dei prodotti IG, sia sul mercato, vedi i casi come il Prosek o l’aceto balsamico sloveno e cipriota, ma soprattutto rispetto ai domini internet, una novità assoluta perché sarà uno strumento “ex officio” obbligatorio per tutti gli Stati membri e come provvedimento verranno oscurati i portali che evocano nomi di Indicazioni Geografiche senza autorizzazione del Consorzio. A questo seguirà la creazione di un Registro Europeo delle IG e quindi un alert system per individuare immediatamente quei pirati che copiano o evocano marchi registrati.
Uno dei temi più attesi è lo snellimento delle pratiche.
E ci siamo arrivati con la Riforma: le semplificazioni ci saranno eccome, grazie ai tempi certi per le modifiche dei disciplinari. Non più quindi attese incerte e tempi non definiti, ma 6 mesi per avere una risposta definitiva da parte della Commissione, eventualmente rinnovabili in un massimo di altri 5 mesi, e questo significa veramente una risposta concreta alle tante richieste del mondo dei Consorzi circa le lungaggini infinite che si portavano dietro le modifiche dei disciplinari.
Sono quasi cento pagine di testo unico, ci sono anche elementi innovativi?
La Riforma è per la gran parte innovativa. Porto ad esempio il tema dei codici doganali: fino a ora nell’export erano considerati codici riferiti a macrosettori (formaggi, vino, ortofrutta, ecc), mentre con la Riforma ogni singola DOP IGP potrà avere un proprio codice di identificazione e questo sarà fondamentale sia per la tracciabilità, sia per un riscontro diretto dei dati. Un altro esempio è che per la prima volta il produttore sarà obbligatoriamente inserito in etichetta. Ci sono tanti elementi interessanti e sarà fondamentale che il Masaf, nel caso dell’Italia, rediga un vademecum per rendere più immediato ogni passaggio del testo unico.
È stato introdotto anche il tema della sostenibilità.
Si tratta della richiesta ai Consorzi di un rapporto di sostenibilità. Nell’accordo finale è stato introdotto come volontario, anche se sono sicuro che diventerà una pratica comune di fatto perché quando saranno pubblicati i rapporti di sostenibilità sul Registro Unico è evidente che i Consorzi che non lo faranno verranno in qualche modo penalizzati. Nel Rapporto i Consorzi dovranno evidenziare ciò che i produttori fanno in materia di sostenibilità ambientale, economica e sociale, per far conoscere ai consumatori quanto un prodotto DOP IGP ricade sul territorio d’origine.
Quali sono adesso gli ultimi passaggi?
Il regolamento è arrivato ai giuristi linguisti per le traduzioni nelle varie lingue dei Paesi dell’UE; il passaggio successivo sarà la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea che prevedo entro il mese di marzo 2024.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_04