I dazi USA potrebbero portare a 2 miliardi di spesa in più per i consumatori americani e un calo dell’export made in Italy: a rischio 500 milioni per il vino, 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi
Un dazio del 25% sulle esportazioni agroalimentari Made in Italy negli Usa potrebbe costare ai consumatori americani fino a 2 miliardi di euro in più, con un sicuro calo delle vendite, come dimostrato anche dalla precedente esperienza nel primo mandato di Trump.
È quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat relativi alla minaccia del presidente Usa di imporre tariffe aggiuntive sulle merci europee.
Un rischio che pesa sul record fatto segnare nel 2024 dalle esportazioni di cibo Made in Italy negli States, saliti al valore di oltre 7,8 miliardi di euro. Se i dazi dovessero interessare l’intero agroalimentare, il costo stimato per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi.
Una vera e propria stangata che farebbe calare gli acquisti da parte dei consumatori americani.
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Per avere un’idea della situazione giova ricordare la Dop economy italiana rappresenta (secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2023) un comparto che vale 20,2 miliardi di euro a livello nazionale grazie al contributo delle filiere agroalimentari e vitivinicole DOP IGP del Paese, con l’Emilia-Romagna che si conferma seconda regione in Italia per impatto economico del settore IG con un valore pari a 3.969 milioni di euro nel 2022 generato dalle 74 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio.
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Fonte: Sestopotere.com