Tra innovazione e tracciabilità, IPZS al servizio delle filiere IG italiane
Tutelare i prodotti made in Italy, difenderli dai falsi e dal fenomeno dell’Italian Sounding, richiede collaborazione e velocità per un’azione efficace.
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è in prima linea nel combattere la contraffazione dei prodotti DOP IGP, grazie a soluzioni come il contrassegno di Stato e il Passaporto Digitale, strumento innovativo che combina elementi fisici in etichetta e tracciabilità digitale.
La sfida non è solo comunicare, ma soprattutto informare il consumatore, sia italiano sia internazionale, sulla qualità delle nostre eccellenze. Intervista a Francesco Soro, amministratore delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Dott. Soro, il fenomeno dell’Italian Sounding non conosce sosta. Che ruolo gioca l’Istituto in questa partita?
L’obiettivo dello Stato italiano è contrastare ogni fenomeno di Italian Sounding e tutelare le produzioni di qualità. Per questo ha impiegato l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, massima espressione dello Stato nella garanzia della qualità e della fede pubblica. Parlando di ruolo, se mi passa la metafora calcistica, l’Istituto è il centrale di difesa e il Ministro Lollobrigida è il regista.
Che vuol dire, in concreto, tutelare la qualità?
È un gioco di squadra, in cui occorre unità d’intenti e, al tempo stesso, velocità di azione. Questo perché i signori della contraffazione, mi lasci dire “del falso”, elaborano continuamente menzogne in grado di danneggiare le aziende italiane. Per fare tre esempi di atti efficaci di tutela: il lavoro di Paolo De Castro in UE per la Riforma DOP e IGP, la fondamentale azione degli organismi di certificazione e il continuo impulso che Cesare Mazzetti e Mauro Rosati offrono con la Fondazione Qualivita.
E dal punto di vista del Poligrafico?
Noi siamo chiamati ad evolvere e implementare le soluzioni di sicurezza. Già oggi utilizziamo, per l’anticontraffazione, le tecniche con cui viene tutelato il bene pubblico più importante, che è l’identità degli italiani (passaporti e carte di identità elettroniche, ndr), e con cui viene realizzata la carta per le banconote dalla società che abbiamo con Banca d’Italia. Dall’altra parte, ed è questo l’aspetto su cui ci stiamo impegnando più a fondo, dobbiamo diventare sempre più un partner dinamico dei produttori, comprendendone le esigenze produttive. Andando noi verso di loro e non viceversa.
Quanto conta, in questa battaglia contro il falso, l’azione di comunicazione?
Molto, come ha recentemente dimostrato il caso del Consorzio di tutela del Prosecco DOP, che ha raggiunto la sua migliore tutela attraverso una combinazione tra il contrassegno di Stato fornito dal Poligrafico e la comunicazione del valore del contrassegno. Ma più che di comunicazione parlerei di comunicazione e informazione, perché la qualità italiana è frutto di processi e di disciplinari affinati nel tempo dalle nostre eccellenze produttive e occorre che i consumatori, italiani e internazionali, comprendano “perché” la qualità italiana non è avvicinabile. In questo senso vanno anche le partnership sul “Passaporto Digitale”, realizzate, tra gli altri, con il Consorzio Cioccolato di Modica IGP, con il Consorzio Olio di Roma IGP e con il Consorzio Aceto Balsamico di Modena IGP.
Ci spieghi meglio cos’è il Passaporto Digitale.
È un sistema realizzato dall’Istituto che combina un elemento fisico, un contrassegno personalizzato in base alle richieste del Consorzio su cui vengono applicati i più elevati standard di sicurezza, e un elemento digitale, che assicura la tracciabilità del prodotto e il controllo puntuale della produzione, consentendo al tempo stesso di verificare l’autenticità dei dati riportati in etichetta e offrire al produttore la possibilità di comunicare con il consumatore finale. È uno strumento che stiamo evolvendo, anche ragionando insieme a Qualivita su come sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia, dalla blockchain all’intelligenza artificiale. Un’occasione importante, in questa prospettiva, è offerta dall’attuazione della Riforma del Regolamento UE su DOP e IGP, là dove lavorando assieme con Origin, Qualivita e gli organismi di certificazione, potremo assicurare al Ministero il più efficace funzionamento della filiera della tutela pubblica, anche attraverso un utilizzo mirato della blockchain.
Durante la presentazione dell’Atlante Qualivita lei ha ricordato l’importanza che riveste, in tema di anticontraffazione, l’uso sul contrassegno dell’emblema della Repubblica.
Certo, perché per combattere i falsi e tutelare le eccellenze italiane scende in campo lo Stato. Il codice penale punisce severamente (fino a 12 anni, ndr) chi è coinvolto in alterazioni o detenzione non autorizzata di carte valori. E il contrassegno del Poligrafico, quando è così definito dalla legge, come per DOC/DOCG e come si prevede nel DDL Made in Italy, gode di questa tutela rafforzata. L’art. 6-ter della Convenzione di Parigi per la protezione della proprietà intellettuale, d’altronde, stabilisce il divieto assoluto di utilizzare gli emblemi di Stato dei Paesi dell’Unione senza l’autorizzazione dell’Autorità competente. Naturale che una tutela così severa rappresenti un elemento di garanzia fondamentale per aziende e produttori.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_04