Gli aspetti salienti che hanno caratterizzato l’andamento mondiale della campagna agrumaria DOP IGP 2015-16 sono evidenziati in un interessante studio di Eric Imbert, dirigente Cirad-Persyt, sulla rivista francese FruïTYop Magazine. Particolare attenzione è dedicata all’evoluzione nell’area mediterranea della produzione di agrumi, che è diminuita a causa del cattivo tempo. Le valutazioni di queste tematiche riferite all‘Italia evidenziano, anzitutto, che la produzione di agrumi nella campagna 2015-16 è aumentata, pur differenziandosi in base alle specie. Nel comparto delle arance, il livello delle quotazioni è risultato molto basso, ma più elevato per le produzioni bionde (0,10-0,15 euro/kg), mentre per le pigmentate, e in particolare l’Arancia Rossa di Sicilia IGP, i prezzi sono stati compresi tra 0,07 e 0,18 euro/kg. La produzione di clementine ha visto un leggero aumento delle quantità (+10%), nonostante i danni provocati dalle abbondanti piogge cadute nel mese di gennaio. L’andamento delle produzioni dei limoni invece è stato abbastanza stabile, sia in termini di quantità sia di qualità, con prezzi nella media.
Lo studio evidenzia anche come le prospettive di sviluppo dell’agrumicoltura italiana siano strettamente legate agli interventi della ricerca scientifica. È pur vero che il settore agrumario italiano si avvale del più alto numero di prestigiosi marchi IGP e DOP riconosciuti dall’UE, tra cui l’Arancia di Ribera DOP, Arancia del Gargano IGP, Clementine di Calabria IGP, Clementine del Golfo di Taranto IGP, Limone Costa d’Amalfi IGP, Limone di Siracusa IGP, Limone di Sorrento IGP e altri, ma occorre rafforzare le iniziative atte a eliminare le attuali carenze di carattere agronomico.
Fonte: l’Informatore Agrario