Terra Nuova
L’olio extravergine di oliva rimane una scelta alimentare sana e imprescindibile. Ma attenzione al finto olio italiano e ai rischi collegati al suo consumo. Le sirene di Ulisse cantano forte tra le corsie dei supermercati. Ma è meglio non farsi incantare dai richiami dei prezzi al ribasso, soprattutto quando si tratta di olio di oliva. Se vi propongono una bottiglia di extravergine a 2,79 euro sarà il caso di tirare dritto, e ci sono buoni motivi per farlo.
Chi ha anche solo partecipato, almeno una volta, alla raccolta delle olive, si sarà reso conto della fatica che comporta, soprattutto su quei nostri terreni collinari tappezzati dal verde argenteo degli ulivi. I principi del commercio valgono anche da noi, e dovrebbe cominciare da una soglia minima di prezzo per l’extravergine che, secondo la Coldiretti, non dovrebbe mai costare meno di 6 euro.
Il suo costo si determina in rapporto alla conformazione del territorio e alle modalità di coltivazione, ed è per questo che varia da regione a regione. Per avere un litro di buon olio toscano al frantoio ci vogliono almeno 8-9 euro, e si sale a 10-15 in zone come la Liguria. I prezzi si dimezzano in Puglia e Calabria, dove c’è una produzione maggiore, ma non potranno mai concorrere con quelli delle misture provenienti dal Nord Africa. Preferire il prodotto 100% italiano non è solo una questione di principio, ma una scelta etica, ecologica e di salute che si intreccia anche al gusto.