La ricerca dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale indaga il grado di conoscenza e la propensione all’acquisto dei consumatori rispetto ai prodotti DOP IGP, al fine di divulgare meglio la qualità del made in Italy
Tra le azioni politiche dell’UE alcune riguardano la transizione del settore agroalimentare verso un modello di produzione e consumo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Questi obiettivi sono coerenti con i risultati di diversi studi, ed evidenziano il ruolo delle abitudini alimentari in termini di sostenibilità dell’intero sistema agroalimentare.
Il territorio italiano è caratterizzato da specifiche peculiarità che favoriscono la crescita e la commercializzazione di prodotti di qualità, trasformando l’intero comprensorio in un importante polo produttivo di eccellenze alimentari “made in Italy”, che per il 27% è rappresentato dalle certificazioni DOP e IGP. Secondo il rapporto Ismea-Qualivita 2022, infatti, l’economia basata sulla filiera dei prodotti con certificazione fornisce un contributo pari al 19% sul totale delle vendite del settore agroalimentare, con una crescita dell’export del 5,1%.
Il consumatore spesso associa il prodotto di qualità ad un prodotto tradizionale o tipico, ovvero il risultato di un processo storico e localizzato, basato cioè sulla combinazione di territorio di origine, specifiche materie prime e definiti metodi di produzione. Il concetto di “qualità alimentare” racchiude diverse componenti: organolettica (sapore, consistenza, aspetto visivo), nutrizionale (composizione e valore energetico), commerciale (prezzo e profitto), tecnologica (attitudine alla trasformazione) e igienico-sanitaria (salubrità).
La tutela delle Indicazioni Geografiche, pertanto, è uno dei principali strumenti utilizzati come segno distintivo tra prodotto e area geografica e rappresenta requisiti di conformità e compatibilità che rendono il prodotto facilmente riconoscibile nel mercato.
Lo scopo di questo lavoro è di valutare il grado di conoscenza dei consumatori italiani, la percezione della qualità e la loro propensione all’acquisto delle certificazioni alimentari DOP e IGP. La presente analisi si pone come indagine preliminare finalizzata alla divulgazione della qualità dei prodotti italiani e alla valorizzazione del territorio.
Ilenia Bravo è laureata in “Biotecnologie Genomiche, Industriali ed Ambientali”, presso la Sapienza di Roma, frequenta attualmente il corso di Dottorato in “Imprese, Istituzioni e Comportamenti”, presso il LAMeT (Laboratorio di Analisi Merceologiche e Territoriali) del Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. La sua ricerca si incentra sull’alimentazione funzionale, ed in particolare sul binomio tra Qualità dei prodotti alimentari e Sostenibilità.
Metodologia
A partire da una raccolta di articoli scientifici pubblicati negli ultimi anni, è stato sottoposto ad un gruppo di 200 consumatori un questionario in forma anonima, composto di domande a risposta multipla. In particolare il test individua 4 aspetti principali: sicurezza alimentare, conoscenza delle certificazioni, qualità ed intenzioni di acquisto.
I partecipanti, tutti di maggiore età, provenivano da diverse regioni italiane e avevano diversi livelli di istruzione. In accordo con ulteriori studi, infatti, l’interesse dei consumatori per i prodotti certificati è influenzato da fattori come età, sesso, livello di istruzione e provenienza geografica. La formulazione proposta ha permesso di indagare la conoscenza dei prodotti a Indicazione Geografica, la predisposizione al loro consumo e i principali attributi di qualità.
Risultati
Lo scopo del presente lavoro consiste nell’indagare le conoscenze dei consumatori e i fattori che guidano le scelte di acquisto, con riferimento ai prodotti di qualità e alle certificazioni. Hanno partecipato a questo studio circa 200 consumatori, di cui il 43,3% uomini e il 56,7% donne, provenienti da tutte le regioni italiane, tra cui le più rappresentative sono Lazio, Umbria e Campania.
I risultati indicano che vi è molta familiarità e conoscenza riguardo alla certificazione, il logo più conosciuto dal 92% degli intervistati è quello DOP, seguito dal logo IGP (81%); inoltre, la maggior parte dei consumatori è in grado di apprezzare e riconoscere le differenze tra DOP e IGP. I risultati evidenziano come la sicurezza alimentare sia un fattore determinante per le scelte di acquisto, si ritiene infatti che i prodotti certificati abbiano un livello più elevato di igiene, pertanto rappresentano una garanzia di qualità per il consumatore stesso.
Il 40% degli intervistati ritiene il requisito di sicurezza igienico-sanitaria maggiormente determinante rispetto alla presenza di certificazione (27%) e al valore nutritivo (Fig.1). Inoltre è stata valutata la correlazione con il prezzo del prodotto certificato, e se tale fattore possa influenzare l’acquisto da parte del consumatore. Secondo i dati raccolti, i consumatori ritengono che il prezzo degli alimenti DOP e IGP rappresenti un investimento in termini di “buona salute”.
I risultati dello studio hanno inoltre dimostrato che, nonostante il prezzo più elevato rispetto alle alternative convenzionali, molti consumatori continuano ad acquistare prodotti certificati. Per valutare le differenze statisticamente significative delle diverse variabili, è stata applicata un’analisi statistica, per cui i parametri presentavano differenze statisticamente significative tra le diverse categorie (p<0,05).
Conclusioni
L’Italia è uno dei Paesi europei che da sempre sostiene politiche di riconoscimento e istituzionalizzazione delle denominazioni geografiche. Questo studio evidenzia come la produzione alimentare italiana sia basata su una grande agro-biodiversità e su conoscenze e tradizioni socio-culturali, che necessitano di salvaguardia e tutela.
Questa indagine ha permesso di comprendere la presenza dei fattori che orientano le scelte dei consumatori e inducono la fidelizzazione e la fiducia verso le certificazioni. Essi riguardano le caratteristiche socio-demografiche (età, livello di istruzione, ecc.), la disponibilità economica e la conoscenza dei marchi DOP e IGP.
Un limite dello studio, che è in corso di approfondimento, riguarda la rappresentatività del campione stesso, che da un punto di vista statistico appare sbilanciato sebbene in accordo con altre ricerche. Pertanto, è necessario condurre ulteriori analisi con campioni più rappresentativi, per estendere e generalizzare i risultati ed indagare il comportamento dei consumatori durante l’acquisto.
Dai dati raccolti è emerso che i consumatori sono sempre più attenti alle informazioni sulla tracciabilità, alle etichette, alle origini geografiche, alla provenienza delle materie prime ed infine ai valori nutrizionali.
L’interesse e la consapevolezza nei confronti degli alimenti certificati, percepiti come più sani e sicuri rispetto alle alternative convenzionali, è in aumento, come testimoniano le percentuali elevate. Emerge, inoltre, che la garanzia della sicurezza e della qualità dei prodotti rafforza la fiducia dei consumatori. Tutte queste informazioni hanno implicazioni pratiche per la commercializzazione e la promozione di prodotti alimentari certificati a livello nazionale e internazionale.
C’è quindi bisogno di politiche che tutelino i prodotti certificati DOP e IGP e che aiutino gli agricoltori e i produttori e sostenere le loro economie locali, al fine di garantire la sicurezza e la sostenibilità alimentare.
Figura 1. Indici di Qualità – Risposte alla domanda “Qual è il fattore importante per definire la qualità?”
Titolo
From knowledge to consumption: how consumers perceive of the food qualityAutori
I. Bravo, A. Carelli, L. Cappelli, P. PapettiFonte
Innovation, Quality and Sustainability for a Resilient Circular Economy. DOI: 10.1007/978-3-031-28292-8_43https://www.emerald.com/insight/content/doi/10.1108/JIC-04-2023-0087/full/html
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_04