L’azione di tutela dell’agroalimentare dal campo allo scaffale, per garantire sicurezza, genuinità e origine
Fondato nel 1982, inizialmente denominato Reparto Carabinieri presso il Ministero dell’Agricoltura e Foreste, successivamente Comando Carabinieri Politiche Agricole e Agroalimentari, con D.L. 12 dicembre 2017 n. 228 ha assunto la nuova denominazione di “Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare”. La riorganizzazione ha determinato l’ampliamento dei Presidi territoriali che da 3 (Parma, Roma e Salerno) sono passati a 5, con l’aggiunta dei neo nati Reparti di Torino e Messina oggi, non più definiti NAC (Nuclei Antifrodi Carabinieri) ma RAC (Reparto Agroalimentare Carabinieri).
È il Reparto dell’Arma specializzato nel contrasto alle frodi nel settore agroalimentare che attua, su tutto il territorio nazionale, lungo due direttrici:
• in materia di indebito percepimento di fondi comunitari e nazionali erogati a sostegno del comparto agricolo dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) del Mipaaf e dagli altri Organismi Pagatori regionali, attraverso controlli straordinari volti ad accertare la corretta erogazione dei finanziamenti della Politica Agricola Comune (P.A.C.);
• in materia di sicurezza agroalimentare, attraverso verifiche sul rispetto, da parte di tutti gli operatori di filiera (di produzione, trasformazione e commercializzazione), della normativa europea e nazionale di settore.
Se nel primo ambito la linea di indirizzo è netta, sebbene complessa, nel secondo la missione istituzionale è di più ampio respiro. Tutelare il patrimonio agroalimentare italiano significa salvaguardare l’economia pubblica e la libera concorrenza del mercato ma anche proteggere il consumatore, affinché acquisti prodotti non solo sicuri per la salute ma anche conformi alle aspettative. In questo alveo, l’attività operativa è rivolta al comparto agroalimentare nella sua interezza, per garantire che la filiera produttiva, dal campo allo scaffale, sia sicura e genuina quanto a origine, qualità, quantità, tipologia di lavorazione e trasformazione, corrispondenza delle materie prime impiegate con quelle dichiarate. I controlli su etichettatura e tracciabilità sono diretti ad accertare il rispetto dei canoni di legge, dei disciplinari, se trattasi di prodotti a marchi tutelati, delle certificazioni ove siano biologici, la veridicità di attestazioni quali “made in Italy” , anche sul piano internazionale, ed a perseguire frodi, contraffazioni, false evocazioni, usurpazioni di DOP IGP STG.
Quello dei marchi di tutela, è un settore di eccellenza del nostro Paese, che vanta il 70% del totale europeo dei prodotti riconosciuti. Le produzioni di qualità sono state il volano che ha trasformato “il tipico” da settore di nicchia a comparto di innovazione dell’agricoltura. Il Comando, che in ragione delle sue attribuzioni tutela il complesso sistema dell’agricoltura, del territorio, della produzione, rivolge particolare attenzione a questo mondo.
Intervista con il Colonnello Luigi Cortellessa, Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare
Con questa pandemia il cibo ha trovato centralità nel dibattito politico e sociale. Come Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare qual è e quale sarà il ruolo del cibo, in questo contesto, nei prossimi anni ?
Ieri al Tg2 ho appreso la notizia che 5 milioni di italiani, in questo drammatico momento storico, hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, per sé e per la propria famiglia. Viviamo uno stato emergenziale unico dal dopoguerra a oggi, il mondo non era preparato a questa pandemia. La centralità del cibo assume un rilievo oltre che materiale anche etico; attraverso il cibo tutti noi, oggi, abbiamo il dovere di esprimere quella che la Costituzione chiama solidarietà sociale, politica ed economica. Chi ha del cibo deve dare a chi non ne ha. Centralità del cibo è un’interpretazione larga, coinvolge il settore agroalimentare nei tratti di produzione, trasformazione e distribuzione. Nella prima fase dell’emergenza abbiamo visto che le imprese agroalimentari hanno tenuto il passo, garantendo la commercializzazione in tutto il Paese. A fianco si è sviluppato un amplissimo e nobile fermento solidaristico, che ha fatto giungere cibo nelle latitudini più disagiate. Siamo in un’emergenza che mette in discussione tantissimi posti di lavoro, pensiamo alla ristorazione, agli alberghi, al turismo, ai luoghi della cultura. Nell’intero settore c’è stato un evidente calo che ancora dura.
Dal suo osservatorio territoriale, entrando nei luoghi di produzione, cosa è stato possibile verificare?
Sono andato personalmente a visitare le aziende in crisi del Nord, del Centro e del Sud Italia, per esprimere la mia vicinanza e ho visto un’imprenditoria agroalimentare che ha voglia di riaffermazione. Noi Carabinieri abbiamo rimodulato il nostro ruolo, il Comando si chiama “tutela” agroalimentare non solo per controllo di illeciti, ma anche perché è presidio in favore di un settore così strategico per l’economia e la vita nazionale, e ho ritenuto importante parlare con tutti i rappresentati associativi italiani.
Quali sono le principali attività messe in atto su tema sicurezza e controlli?
Noi verifichiamo dove ci siano emergenze e criticità attraverso attività investigative, che seguono il normale flusso, ma le attività di controllo del settore vengono pianificate anche a seconda della stagionalità della produzione. In questo periodo abbiamo eseguito dei controlli del settore avicolo, biologico e della produzione della carne.
In questo periodo si parla spesso delle molte autorità che controllano il sistema alimentare. In questi anni le aziende si sono anche lamentate per l’eccesso di controlli dalle varie autorità; voi collaborate con l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi (ICQRF), come gestite gli interventi?
La legge di riferimento evoca la parola “in concorso” con ICQRF. È una collaborazione stabile ed efficace, pur tra organismi diversi. Noi siamo un organo militare e di polizia che svolge attività di indagine a tutto tondo, abbiamo compiti di polizia giudiziaria e di polizia di prevenzione, che hanno una maggiore circolarità rispetto a un organo civile amministrativo. L’ICQRF è un’Autorità sanzionatoria. Duplicazioni di ruolo non ne colgo. L’Arma dei Carabinieri si avvale anche del supporto dell’Arma territoriale, che ha di fronte a sé le realtà locali. Noi non abbiamo mai ricevuto lamentele, questo deriva anche dal fatto che noi Carabinieri siamo abituati a pianificare e quindi i controlli avvengono secondo criteri prestabiliti, che prevedono una fase di analisi; ciò non toglie che in fase esecutiva si possano rivelare delle sovrapposizioni sulle quali noi siamo sempre disponibili a fare un passo indietro. Ma finora non è mai successo.
Quale è il ruolo del Comando verso prodotti DOP IGP e Consorzi di tutela?
I Consorzi di tutela e gli 837 prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP rappresentano un patrimonio nazionale, uno strumento di strategia del Paese, sono un’eccellenza ineguagliabile, che gli altri Paesi non hanno. DOP IGP accompagnano, con l’esportazione, la Bandiera Italiana nel mondo. C’è una battuta che mi diverte molto, che dice che l’Italia è conosciuta “per la Ferrari, per il cibo e per i Carabinieri”. Ecco, a me piace dire che sono alla guida di una Ferrari che protegge il cibo!
Comandante, mi sembra che nel suo modo di esprimersi ci sia spesso un’analogia fra beni alimentari e artistici, dovuta anche alla precedente esperienza di Vice Comandante dei Carabinieri della tutela del Patrimonio culturale.
È vero perché sul territorio nazionale, accanto ai campanili, scorgiamo sempre un opificio di prodotti DOP IGP. È questa la realtà del nostro Paese. Posso portare esempi come la Val d’Orcia, dove c’è arte, c’è cibo, con gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti del Palazzo Comunale di Siena, che mostrano la campagna, il cibo e il presidio del territorio.
Oggi si parla di scorte alimentari da prevedere per periodi di pandemia, i mercati hanno comportamenti instabili, ci sono reali difficoltà di reperimento di materie prime. Cosa succederà per l’Italia, che dipende molto dalle importazioni?
Parlare di scorte alimentari è difficile perché l’alimento per sua natura ha un periodo di scadenza, ma l’emergenza pandemica ci trasmette delle esperienze che nel futuro dovremo seguire, e mi sono chiesto se possiamo immaginare delle aree di stoccaggio e di riserve alimentari. Credo di sì, ipotizzo la creazione di un tavolo ove si valutino le precauzioni che nel futuro potremmo adottare, ovviamente con prodotti conservabili. Penso ad aree di accumulo di scorte, da rinnovare periodicamente, che potrebbero costituire un fattore di sicurezza in situazioni di crisi.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2020_04