‘Ecocida’, il nuovo crimine e l’ennesima fregatura ai danni del nostro agroalimentare che si sta confezionando in Europa. Per il Parlamento europeo è un crimine. Coltivi le nocciole? Sei un “ecocida”. Gli agricoltori che producono i tradizionali frutti secchi accusati di alterare habitat e paesaggio
Non bastava la guerra alla carne e agli allevamenti. Non bastava l’etichetta a semaforo che boccia i campioni del made in Italy a tavola e promuove i cibi super trasformati industrialmente. L’Europa sta confezionando l‘ennesima fregatura ai danni del nostro agroalimentare: su pressione dei Verdi tedeschi, francesi e olandesi la scorsa settimana il Parlamento europeo ha adottato due risoluzioni che chiedono alla Commissione Ue di “studiare la rilevanza dell’ecocidio per il diritto dell’Unione”, con l’obiettivo di includerlo fra i crimini riconosciuti e perseguibili.
“L`Unione europea deve mantenere la sua promessa di essere leader globale in materia di giustizia e protezione del mondo vivente”, ha commentato con soddisfazione Marte Toussaint, francese, europarlamentare dei Verdi, “abbiamo lavorata instancabilmente per far discutere e adottare l’ecocidio. È giunto il momento di condannarlo come un crimine grave”. La palla passa ora alla Commissione guidata dalla tedesca Ursula Von Der Leyen. E in Germania non si coltivano nocciole.
Ma la definizione di ecocidio a cui fanno riferimento i Verdi è molto ampia e non si limita a danneggiamento o distruzione degli ecosistemi. Basta alterare quel che viene ritenuto l`equilibrio naturale di un luogo o di una specie per essere etichettato come “ecocida”. Non pensate ai soliti bidoni di sostanze pericolose sepolti nottetempo sotto qualche metro di terra, a cui ci ha abituato la narrazione televisiva. Basta molto meno. Come dimostrano le proteste contro i noccioleti in Tuscia, con i malcapitati coltivatori accusati proprio di ecocidio. E proprio oggi si svolge un seminario interattivo su intenet, organizzato da Stop Ecocide International, una delle sigle del mondo ambientalista.
Lecologiaevento, come si legge nella presentatone pubblicata da uno dei siti intenet che lo promuovono “intende mettere in relazione la proposta per il riconoscimento del crimine di ecocidio presso la Corte penale dell’Aia e il caso dell’espansione delle monocolture della nocciola in Tuscia“. I noccioleti, avviati dagli agricoltori un po’ in tutta Italia, sono nel mirino delle associazioni ambientaliste anche nelle Marche, in Umbria e in Toscana.. Un’operazione partita grazie agli accordi sottoscritti con la Ferrero per creare una filiera tutta italiana della nocciola e affrancarci dalle importazioni dalla Turchia è finita nel mirino perfino di Slowfood che l’ha bollata come una speculazione “che sta trasformando paesaggi storici caratterizzati da diverse colture e da una varietà che era parte integrante della loro bellezza in una distesa monocromatica e omogenea”.
Insomma, i noccioli sono sotto accusa anche perché deturperebbero il paesaggio. E chi li coltiva rischia di essere trascinato davanti al tribunale dell’Aia con un’accusa di ecocidio! Sempre che nel frattempo la Commissione Ue non formalizzi a sua volta la fattispecie del nuovo reato ambientale ed emani qualche bel regolamento per reprimerlo. Fra l’altro la coltivazione del nocciolo era diffusa in molte zone della Penisola fin dall’800. Ad esempio in Alta Langa piemontese, nell`Appennino Ligure, dove popola tuttora ampie zone di macchia verde come specie inselvatichita.
Per non parlare della Nocciola di Giffoni IGP, coltivata in provincia di Salerno, che ha ottenuto il riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta proprio in virtù della tradizione antichissima dei noccioleti in Campania che alcune fonti fanno risalire addirittura al terzo secolo avanti Cristo. Senza dimenticare che il nocciolo è una delle specie vegetali che meglio si adattano a ogni clima e in molti Paesi è utilizzato largamente perfino nei parchi cittadini per la capacità di assorbire anidride carbonica.
Fonte: Libero