Anteprima Colline Teramane: alla vigilia dei 20 anni dalla nascita della prima denominazione, Montepulciano d’Abruzzo DOP, una verticale d’eccezione per avvicinarsi al sapore di luoghi meravigliosi, terreno di una viticoltura moderna. Il presidente Enrico Cerulli Irelli: “I nostri vini sono sempre più identitari”.
Con l’anteprima, svoltasi a Teramo nei giorni scorsi, il Consorzio Tutela Vini Colline Teramane si avvicina a celebrare i vent’anni della prima Denominazione abruzzese, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOP. Trentanove produttori, 172 ettari di superficie e circa 400mila bottiglie annualmente prodotte – di cui il 60% è destinato al mercato nazionale – sono i numeri di una realtà “che sta vivendo una fase di crescita comune e condivisione di cui ci rallegriamo, pur non dimenticando il drammatico momento che stiamo vivendo” ha dichiarato il presidente Enrico Cerulli Irelli che ha raccontato l’impegno dei consorziati nell’affermazione identitaria di quello speciale angolo d’Abruzzo racchiuso tra il massiccio del Gran Sasso e il mare.
Un percorso iniziato a metà anni Novanta che nel 2003 ha portato al riconoscimento della Denominazione e alla nascita del Consorzio “ma siamo in attesa che nel disciplinare venga anche inserito il DOP Superiore, rappresentando così la terza declinazione che si andrebbe a sommare alla tipologia Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo DOP giovane – sul mercato a fine 2022 – e Riserva. Per noi il concetto di identità è molto importante, siamo stati per secoli la parte più a nord del Regno delle due Sicilie e questo ha avuto un impatto notevole. Colline Teramane è stato il cantiere per una viticoltura moderna, alla fine dell’Ottocento abbiamo avuto un imprenditore di rilievo, il senatore Giuseppe Devincenzi, lungamente impegnato nella politica nazionale che qui ha messo in pratica una serie di sperimentazioni – dal vigneto alla cantina – molto moderne; la fine della mezzadria e il ritorno all’investimento in vigna hanno fatto il resto”. Nella degustazione di 39 etichette “la nostra anteprima” come precisato da Cerulli Irelli, particolare perché proponeva le giovani annate abbinate alle precedenti risalendo fino al 2011 per meglio comprendere le differenti vendemmie, a convincere maggiormente sono stati proprio i vini giovani. Freschi, godibili, fruttati, alcuni con uno stile ben definito come il Versosera di Velenosi e il Gruè di Cerulli Spinozzi.
Particolarmente interessante, per meglio comprendere la Denominazione, è stata la verticale pomeridiana di Colline Teramane DOP e DOP Riserva guidata da Gianni Sinesi, pugliese di nascita e abruzzese di adozione, da 18 anni head sommelier del ristorante Reale – prima a Rivisondoli, poi a Castel di Sangro -, 3 stelle Michelin. Una rappresentazione di territori e stili del vitigno principe d’Abruzzo e dell’areale Colline Teramane, definito da Sinesi “una bomboniera protetta dalle catene montuose e dal mare, un’area sempre ventilata, priva di umidità dove l’uva è salubre grazie alla grande escursione termica tra giorno e notte. In pratica è come un anfiteatro di colline in cui si trovano i vigneti e la presenza di 5 fiumi garantisce una ricchezza d’acqua e di conseguenza non richiede riserve stagnanti. Il microclima è straordinario e variegato; a nord, a Controguerra, il Montepulciano è strutturato, con tannini polverosi, il terreno argilloso e calcareo. Nella provincia di Teramo abbiamo invece un prodotto dinamico, salato, dai tannini setosi e media struttura. A sud infine il Montepulciano è potente, concentrato, i tannini sono asciutti. In tutti i casi parliamo di vini eleganti, seppur potenti e tannici”.
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Fonte: La Stampa